Avere una impronta ecologica non è solo faticoso…

In questo periodo sto sperimentando sulla pelle quale sia la differenza tra fare “scelte giuste” e fare “scelte convenienti”, non è semplice nemmeno capire cosa sia il vero significato di “giusto” e di “conveniente” per chi? per per la mia salute per l’ambiente per la societa per il conto in banca insomma avere una decente impronta ecologica in Italia nel 2007 è davvero dura.
In queste settimane sta prendendo forma la mia casa MIA! e grazie (molto GRAZIE) ad un “ingasatello” sto affrontando scelte su tematiche a me sconosciute fino ad ora, spesso mi sono reso contoche la scelta giusta, per me secondo i miei principi almeno, no si dimostra la più conveniente, per me e per il mio portafogli (…quel che ne rimane).
Si sprecano i “non posso fare diversamente” o “mi piacerebbe ma non posso permettermelo” nel mio piccolo i compromessi le scelte forzate mi lasciano un bel po’ di amaro in bocca.
Insomma salvare il mondo costa e non solo fatica, costa anche denaro e spesso ci si trova davanti a cose o concetti lontani dai comuni punti di vista proprio questa settimana sull’ Internazionale è stato pubblicato un articolo apparso sul quotidiano inglese Guardian in cui il mitico (almeno per me lo è) Leo Hickman che ha cambiato totalmente cambiato lo stile di vita, eliminando ciò’ che non è etico biologico equo con l’aiuto di alcuni esperti che gli hanno sezionato la casa e la vita per metterlo in carreggiata.
L’articolo che allego qua sotto è molto interessante anche perchè si nota la difficoltà d un persoggio come Leo che è alquanto informato su questo genere di argomenti ma evidentemente le abitudini sono scogli quasi insormontabili per molti.

qui potete trovare gli articoli che settimanalmente econo in cui Leo cerca di spiegare quali siano nel nostro quotidiano le scelte migliori per l’ambiente

Ecco l’articolo che io ho accuratamente scannerizzato e tramutato in file Pdf di

4 risposte su “Avere una impronta ecologica non è solo faticoso…”

Caro Paolo,

Ti provo a dire la mia sull’argomento che mi stimola alla grande. La nostra è una maratona e non un record sui 100 metri; le energie vanno dosate e ben distribuite e, soprattutto, occorre tantissimo allenamento. L’allenamento di un maratoneta è diverso da quello di un centometrista ma non per questo meno impegnativo.

Prova solo a pensare a che punto siamo noi dell’allenamento rispetto anche solo ad uno che un GAS nemmeno lo conosce e và a fare la spesa alla COOP pensando che tutto quello che c’è … Sia proprio lui (la COOP sei tu!!!)

Sicuramente l’aspetto economico non è trascurabile ma, almeno per me, da quando sono al GAS ho risparmiato molto rispetto al negozio bio che solitamente frequentavo e, soprattutto, mi sono potuto permettere prodotti che prima non avevo il coraggio di affrontare.

Io non colpevolizzo nessuno (ad esempio chi va a fare la spesa alla COOP) e ammiro persone come Leo Hichman che hanno avuto il coraggio di mettersi a nudo facendo rovistare la loro casa da perfetti sconosciuti; se venissi a casa mia ti accorgeresti di quante pecche ci siano e di quanti opinabilissimi gadget ci siano e di come sia dura cercare di rimanere fedeli ad una certa logica chiamiamola “decrescente” con due bambini che si interfacciano continuamente con loro coetanei che magari svernano al Mac Donald’s e con una moglie che, per quanto mi segue, comunque continua a conforntarsi con il mondo che la circonda.

Comunque lo spirito che deve contraddistinguere un GAS per me è quello della crescita (della consapevolezza) condivisa fra quante più persone possibile. (e questa almeno è gratuita :-))

La pubblicità è martellante e micidiale e l’unica arma che abbiamo sono i nostri cervelli e le nostre conoscenze personali; se diventiamo 50 persone allora diventano 50 cervelli ed è facile che se uno prende una cantonata gli altri 49 se ne accorgano e si riesca ad evitare una cantonata di gruppo come abitualmente succede quando diamo retta all’ultima pubblicità e ci compriamo l’ennesimo prodotto.

Purtroppo siamo abituati (io per primo) a ragionare con i nostri cervelli pensando di avere la libertà di scelta solo perchè al supermercato vediamo 5 tipi diversi di parmigiano (ad esempio) e pur non sapendo assolutamente cosa c’è dietro pensiamo di essere stati bravi una volta assaggiato e scelto quello che + ci aggrada; io ho trovato nel GAS invece uno spirito critico che vuole vedere cosa c’è dietro al balcone del negozio via via fino ad arrivare da dove parte il latte (sempre in questo ipotetico esempio).

Per me adesso ci dobbiamo diversificare e, in base alle sensibilità di ognuno, dedicarci all’argomento che più ci aggrada e appassiona in modo che alcuni controllino ed aggiornino per tutti ad esempio il settore tessile mentre altri si occupano della verdura, ecc.

Io sono notoriamente uno che vola alto con l’ottimismo ma mi piace elugubrare e sognare … A noi il fatto di far diventare i sogni realtà 🙂

Alla fine di tutto questo forse non saremo arrivati ancora a prendere la patente da chi ha visitato Leo Hichman ma … Ci saremo avvicinati 🙂

Saluti radiosi

Grazie a Paolo e a Romeo per gli stimoli.
Il libro di Hichman, pubblicizzato anche sui quotidiani italiani (sul Corriere della Sera c’era un articolo) mi ha fatto pensare.
Ci sono giornalisti che si “spacciano” per clandestini e passano una settimana in un CPT, altri che lavorano per una settimana in un cantiere edile in nero e senza protezioni e fanno giornalismo di indagine sul campo. Altri paiono scoprire che al mondo si può andare contro corrente (sig!) e diventano famosi vendendo un sacco di copie e guadagnando un sacco di soldi con i libri in cui espongono le loro fantastiche scoperte e com’è cambiata la loro vita (mi riferisco anche alla tipa americana che ha scritto un libro alla fine del suo anno senza acquisti superflui).
Mi domando: perchè noi, che anche se ci sentiamo piccoli ed inadeguati siamo un popolo, non riusciamo a fare notizia?
Con noi mi riferisco ai gas, a Bilanci di giustizia, a tutta la rete di economia solidale (RES), ai Distretti, ai villaggi ecologici…….

Poi ho letto l’articolo che Paolo ci ha messo a disposizione.

La prima pagina è allucinante: paragonare chi decidere di mettere in discussione l’eticità del proprio stile di vita con i condannati a morte …. è paradossale.

e le altre pagine spaventano chi pensa di mettersi in discussione. Sono consiglieri quelli che gli girano per casa o è l’inquisizione?

Per i bilancisiti e per tanti gasisiti le sue scoperte sono vita quotidiana da anni. Lui ha pagato qualcuno perchè gli dicesse cosa ambiare e poi si è venduto un libro sugli effetti dei cambiamenti. Ma perchè l’ha fatto?

E il valore aggiunto delle relazioni che crescono nello scambio e nella condivisione tra chi sceglie, per convinzioni profonde, di cambiare stile di vita?
il senso dell’esperienza Bilancista e gasista non è proprio nel capitale sociale (relazionale) che si genera dalla condivisione della consapevolezza, delle esperienze, degli sbagli, delle delusioni, delle conquiste, degli “spostamenti” riusciti e consolidati, etc etc?

Perchè tutto questo non fa notizia?

Faccio autocritica sulle mie responsabilità personali, ma come possiamo essere pià efficaci insieme nel comunicare il nostro patrimonio di esperienze?

Per esempio mi piacerebbe molto raccontare ai gas l’esperienza dei Bilanci, non per far proseliti, ma per condividere e conoscere. Oppure perchè non invitare alle nostre riunioni chi si occupa in Italia di DES o qualcuno della RES.

In questo modo ci formiamo, formiamo la nostra consapevolezza e anche quando poi come gas dobbiamo fare scelte sui fornitori abbiamo elementi in più.

Avrei ancora cose da dire, am poi divento noiosa.

Grazie per gli stimoli che riaccendono l’entusiasmo ultimamente un pò in crisi (non sono così forte come Romeo).

Maria Stella

Mentre scarico gli articoli esprimo una riflessione.
Gli ingasati, come Diario, come il meetup sono le mie finestre che mi permettono di non sentirmi così estranea al mondo. Per me è tutto una gran fatica, perchè mi hanno rubato il tempo, mi sveglio il lunedì mattina e quando arriva sera è già sabato e allora ricordi di non avere avuto il tempo di essere, hai avuto solo tempo per correre. Oltre al tempo a volte i riscontri con la realtà sono bruschi, duri da digerire e sempre più spesso per farti ascoltare non basta urlare occorre arrabbiarti, e per chi come angelo ed io si è abituati al confronto è difficile.
ad esempio la casa eco compatibile spiegatemi perchè ha dei costi superiori a volte del 40%, perchè la burocrazia naviga in un mondo così diverso da ragionamenti che sono logici, ma soprattutto semplici. Non è facile scegliere di vivere in modo diverso, il “controcorrente” è più faticoso, ma per ora, ho la medesima fiducia di Romeo, dal basso, in silenzio, sommando ogni essere umano che partecipa a questa avventura, cambierà il mondo.
Le critiche che mi fanno spesso quando parlo degli ingasati sono i costi di alcuni prodotti rispetto a quelli di largo consumo, ma, se gli fai notare una diversa prospettiva ecco che qualcosa si illumina.
Che ne dite se iniziamo anche a parlare del tempo? Del tempo da perdere, che non è mai tempo perso diceva un saggio. che ne dite di parlare del brusio continuo che ci impedisce di avere un silenzio interiore per riflettere un pò e non solo agire, correre, agire… e del fatto che se sei autonomo come professione devi correre per stare nei parametri che sono ogni anno più alti e se non ci arrivi non sei coerente, ma con chi?
Vedi paolo, senza il tuo buon caffè cosa mi succede?

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