Dal dire al fare (c’è di mezzo il cominciare)

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Ciao Paolo,
è tutto il pomeriggio che ci lavoro, è un po’ lunghino ma ci tengo parecchio al fatto che venga diffuso sul blog perchè credo possa essere utile per il gruppo…non ho avuto modo di rileggerlo, dagli una letta tu per favore.
ciao ciao e buona domenica!!!
Daniela

ovviamente non l’ho letto lo pubblico…

EIRENE Anno 2009

“Dal dire al fare” (c’è di mezzo il cominciare)

Venerdì 13 marzo

Teatro Il Lavatoio, Santarcangelo

Salvatore Frigerio, monaco camaldolese – “Salvaguardare l’ambiente come creazione divina”

Paolo Ermani, presidente dell’associazione Progetti Alternativi Energia Ambiente – “Le buone pratiche di decrescita felice”

Il programma EIRENE 2009, organizzato dai comuni di Santarcangelo e Poggio Berni in collaborazione con l’Associazione Gruppo San Daminao e la Cooperativa Pacha Mama, propone un ciclo di conferenze dal titolo PENSARE GLOBALMENTE E AGIRE LOCALMENTE per parlare di grandi tematiche dell’economia, del cibo, dei rifiuti e mostrare pratiche virtuose in atto nel nostro paese a dimostrazione di come sia possibile sperimentare stili di vita rispettosi del nostro pianeta e dell’ambiente che ci circonda.

Alla conferenza di venerdì 13 marzo sono presenti come relatori il monaco camaldolese Salvatore Frigerio e il presidente dell’associazione PAEA Paolo Ermani.

Si presenta Salvatore Frigerio affermando che il motivo della sua ricerca è stato lo studio della Bibbia, in quanto la vita monastica è basata sulla lectio divina. Nelle scritture ci sono numerosi riferimenti al rapporto dell’uomo con l’ambiente quando si parla di “giardino consegnato”, ma purtroppo ritiene che in gran parte della comunità cristiana stessa si sia persa molto la concentrazione sulle scritture.

Paolo Ermani invece dice che il suo interesse ha origine dalla salvaguardia dell’ambiente e dalle fonti rinnovabili, ragion per cui ha deciso di fare l’installatore di pannelli solari e si è trasferito per un periodo in Germania per apprendere le tecniche del mestiere. Pone ironicamente l’accento sul fatto che è dovuto andare in Germania dove sono più all’avanguardia in queste nuove tecnologie proprio partendo dall’Italia, il Paese del Sole…

Salvatore Frigerio comincia il suo intervento sostenendo di non voler dare ricette o lezioni di vita a nessuno, ma che esporrà ciò che è di sua competenza e dirà solo quello in cui crede fermamente.

La prima immagine dell’Eden la troviamo in Genesi, 2 – 8 “Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato” e in Genesi, 2 – 15 “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse”.

Partendo dall’analisi di questi versetti dice che Elohim (Dio in ebraico) è la somma e la fonte di tutte le energie vitali, il creatore e la descrizione del giardino di Eden posto in oriente è una descrizione geografica apparente e simbolica, probabilmente anche frutto delle influenze culturali orientali nel mondo ebraico ai tempi delle scritture.

La stessa parola Eden è linguisticamente ambigua, spesso mal tradotta dall’ebraico antico in “paradiso terrestre”, quando in realtà significa piacere, delizia, spazio del decoro e del sollievo. A dimostrazione delle influenze orientali nel testo biblico cita Genesi, 2 – 9, 16 e 17 “Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male” – “Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: ‘Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti'”. Infatti il concetto di albero della vita era già presente in tutte le religioni orientali e per quanto riguarda l’albero della conoscenza del bene e del male sostiene che nella Bibbia il giudizio di Dio non è punitivo come la giustizia degli uomini, i quali sono attratti da quest’ultimo albero e dalla tentazione giudicante. Gli uomini vogliono tracciare linee precise tra bene e male sostiene, mentre le scritture non lo fanno.

Riprende il concetto di giardino dal libro di Ezechiele – di nuovo a riprova del fatto che i 73 libri della Bibbia sono compenetrati di influenze da tutte le culture che la compongono – in cui si espone una descrizione simile a un’antica idea mesopotamica secondo cui il giardino degli dei era ricco di alberi e pietre preziose: Ezechiele 28, 12 e 13 “…Così dice il Signore Dio: Tu eri un modello di Dio, tu eri coperto di ogni pietra preziosa; rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici e diaspri, zaffiri, carbonchi e smeraldi; e d’oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature, preparato nel giorno in cui fosti creato”.

Inoltre il stesso nome Adamo, il principio dell’umanità, ha origine dalla parola ebraica “adamà” che significa “terra”.

Salvatore Frigerio sostiene che purtroppo spesso le scritture sono state mal tradotte dando alla consegna del giardino all’umanità da parte di Dio una valenza quasi semanticamente opposta. Secondo la versione originale in ebraico antico l’umanità è stata posta in una situazione favorevole per coltivare il giardino e prendersi cura della terra, non per dominarla! La parola governare spesso ha preso l’accezione di dominare, ma in realtà significa SERVIRE, PERCORRERE, SIGNOREGGIARE nel senso di “diaconia” in greco (servire).

Cita quindi il libro della Sapienza, 1, nella parte in cui si esortano gli uomini a non attirarsi la rovina con le opere delle proprie mani “perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi”, anche dal libro della Genesi si evince che Dio aveva ordinato il caos dividendo le acque, ma si afferma che sarà la violenza ciò che distruggerà la Terra e che è l’indifferenza ciò che porta alla distruzione. Il libro della Genesi è molto simbolico ed è scritto partendo dalla storia di Israele come simbolo dell’umanità.

La regola benedettina ha ridato la dignità del lavoro perché secondo i suoi dogmi lavoro e preghiera danno dignità umana, perciò la vita monastica è basata sul coltivare e sul pregare come modo per servire e per servire Dio.

In Esodo, 19 si parla di Alleanza tra Dio e gli uomini e questo concetto indica che esiste una alleanza da preservare, custodire e vigilare – dice il monaco – e vuol dire custodire rapporti liberanti di giustizia con gli altri e con la realtà in cui ci muoviamo.

Eros nelle scritture è infatti un’energia cosmica grazie a cui tutto esiste, ogni tipo di rapporto deve essere un rapporto di conoscenza secondo questa alleanza, e i rapporti di conoscenza sono rapporti giusti.

Anche il libro dell’Apocalisse, dice Frigerio, è stato travisato, in quanto non significa distruzione ma piuttosto rivelazione consolante, così che una nuova umanità possa costruire una nuova civiltà composta da coloro che ascoltano Dio e comprendono la logica del servizio. Perciò Cristo capovolge la logica di potere estremizzando il concetto di servizio; la consegna del giardino significa la consegna ad un progetto.

Il monaco conclude il suo intervento e passa la parola a Paolo Ermani trattando il concetto umano di “nostalgia” come speranza attiva, costruzione, stimolo a compiere gesti nuovi non da soli, ma come popolo, perché anche noi italiani dovremmo ogni tanto pensarci un po’ di più come popolo che procede insieme e tutti dovremmo ricordare che il giardino ci viene quotidianamente consegnato per custodirlo e servirlo.

Prende la parola Paolo Ermani che, con l’ausilio di articoli di giornale, esempi e confronti tra la realtà italiana e quella del Nord Europa che ha avuto modo di conoscere attraverso le ricerche per il suo lavoro, analizza la tematica più attuale e concreta della crisi, anche lui con grande energia e spunti di riflessione.

Sostiene che è vero che esiste una crisi, ma è la crisi dello spreco e del superfluo, per cui ad ogni calo del PIL arretra anche l’economia che definisce “della follia”. Infatti il 2% del PIL finisce nel pattume con tutti gli alimenti ancora commestibili buttati nelle case private, nei supermercati e nei ristoranti. Sostiene che la “rivoluzione” dell’attuale sistema in crisi è la vittoria del buon senso ed esorta i precari e i disoccupati a ritenersi fortunati perché sono liberi di spendere il loro lavoro e la loro fatica in settori in crescita legati alle fonti rinnovabili in cui c’è ancora molto da fare nel nostro Paese. Probabilmente la disoccupazione che si viene ora a creare, infatti, sostiene dipende dal fatto che molte persone erano occupate in settori che non avevano nulla a che fare con il “buon senso” e incrementavano lo spreco.

Per esempio negli ultimi 15 anni in Italia sono stati edificati territori pari al Lazio e all’Abruzzo per il solo scopo di accrescere il PIL. Attacca poi i sindacati in quanto li ritiene spesso volti alla mera creazione di posti di lavoro legati al PIL, per esempio in Maremma hanno favorito la costruzione di un’autostrada inutile (perché già esisteva una strada alternativa nello stesso percorso) e dannosa per il paesaggio solo per creare posti di lavoro e accrescere l’economia.

Dovremmo prendere ad esempio Germania ed Austria invece, dove hanno ridotto del 93% le emissioni di CO2 per investire sulle energie rinnovabili, cita in tal proposito il quartiere di Friburgo, detto anche “Solar City” come brillante esempio di ricostruzione volta alla riduzione dei consumi energetici, dove è difficile percorrere le vie in auto perché è stata anche favorita l’efficienza dei trasporti pubblici e la circolazione di biciclette tramite piste ciclabili.

Inoltre in Germania esiste una Solar Bundesliga, cioè una gara per chi installa più pannelli solari (vinta ripetutamente da Friburgo) e ciò rende la Germania, e non l’Italia, il vero Paese del Sole! In Italia, con le possibilità naturali che abbiamo, siamo purtroppo ancora culturalmente troppo indietro in questo senso e perciò esorta tutti coloro che ora soffrono per le conseguenze della crisi di occuparsi di questo settore in cui, da noi, c’è ancora moltissimo da fare.

Per cominciare nell’edilizia non è necessario continuare questa politica di costruzione distruttiva, perché si possono fare degli efficacissimi lavori di ristrutturazione in case di vecchia costruzione in modo da renderle “case passive”, cioè a basso consumo energetico. Infatti si possono far isolare e i lavori di ristrutturazione in questo senso accrescono anche il valore della casa: una casa ecologica vale in media il 15% in più.

Ermani afferma che la decrescita del PIL va vista come una benedizione, perché esistono delle attività in crescita, come il settore del biologico, che sono inversamente proporzionali alla crescita del PIL, perché non utilizzando concimi chimici tolgono lavoro ad industrie e multinazionali dedicate alla loro produzione.

Obama stesso sta impostando la sua politica su una nuova economia energetica che sostiene creerà milioni di posti di lavoro, ma al di là di questo, dice Ermani, è inutile attendersi l’arrivo di un “guru”, perché ci sono moltissime cose che si possono fare nel piccolo e partendo dal basso.

Pone l’accento sul titolo del programma EIRENE “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il cominciare” perciò esorta tutti a cominciare perché c’è molto da fare da noi, perché è vero che c’è una crisi, ma tutti abbiamo ancora da mangiare nelle nostre case (tanto da averne da buttar via talvolta) e tutti dobbiamo ammettere che in realtà i soldi li abbiamo, dobbiamo solo cominciare a spenderli consapevolmete e con buonsenso, bisogna ritornare alla terra e alla vita di comunità e per questo dovremmo andare a vedere e prendere esempio dai monasteri, dove c’è uno stile di vita perfettamente in armonia con la natura e con l’ambiente.

Interviene qui Salvatore Frigerio per spiegare come nel monastero ogni cosiddetta “cella” abbia un suo sistema di aereazione, una cisterna per l’acqua piovana da riutilizzare per irrigare e per lavare e come la filosofia che sta alla base della vita monastica sia l’adeguamento di ogni comunità al luogo in cui vive, anche in senso culturale per quanto riguarda i monaci espatriati in India o Africa per esempio. Infatti, dice, può sembrare un’utopia il fatto di vivere perfettamente in armonia con l’ambiente circostante, ma l’utopia è una realtà che si può raggiungere andando oltre.

Frigerio spiega che l’Eremo di Monte Giove è infatti un punto di incontro per famiglie di Fano e che è importantissimo educare, soprattutto i bambini e gli educatori stessi, ai sì e ai no ed alla condivisione, eliminare la paura dell’altro e del diverso perché ormai viviamo in una società pluralistica con nuovi modelli di famiglia e di coppia, perciò bisogna affrontare questa realtà responsabilmente e consapevolmente.

La serata si conclude con le domande e l’intervento da parte del pubblico, da cui emerge il concetto di condivisione comunitaria tipica dei Gruppi di Acquisto Solidale come frutto del sorgere di nuove realtà utili ad “ascoltare” e servire il proprio territorio e, per Ermani, possibile veicolo propulsivo e di diffusione di attività basate sulle fonti rinnovabili finalmente anche in Italia.

Una risposta su “Dal dire al fare (c’è di mezzo il cominciare)”

cioè, beh, ecco…dato che alla conferenza volevano venire anche altri che non potevano ed è cosa nota che prendo appunti anche quando non serve e che mi piace scrivere, beh…spero sia servito a qualcuno oltre che a me! poi mi sembrava doveroso diffondere soprattutto l’ultimo messaggio di Ermani, proprio nell’ultima frase dell’articolo…
un abbraccio a tutti!!!
d

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