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Riflessioni

Gemma Lea Venezia, nata a Meldola il 01/04/2010

Dal titolo avrete capito che si tratta di un lieto evento, una nuova meldolese ingasata 🙂
Forse penserete ad un errore di trascrizione nel titolo ed invece Gemma Lea è nata proprio a Meldola, in casa sua dove ha fatto i suoi primi vagiti salutando gli ambienti che era abituata a “sentire” e percepire dalla pancia di mamma Laura, Lauaua per gli amici.

I miei auguri al papà Pietro li ho fatti e presto andrò a farli anche alla mamma ed a Gemma Lea se proprio non verranno prima loro al GASpaccio a salutare uno di questi sabati, ma a questo punto è doveroso soffermarsi un po’ su questa scelta forse un po’ “controcorrente” per un atto tanto naturale quale appunto la nascita ma che tanto è stato “medicalizzato”.

Anche io, a suo tempo, mi informai ma poi non se ne fece nulla soprattutto per rispetto delle volontà della mamma, l’attore principale assieme al bimbo, della “Nascita”.

Sta di fatto che i nostri Pietro e Laura hanno resistito ed alla fine con caparbietà assoluta hanno portato a termine questa fantastica avventura.

Esiste un servizio domiciliare di ostetriche Rita e Linda www.lenovelune.sm che sono a disposizione per chi fa questa scelta e che prima vengono a conoscere la famiglia e gli ambienti e che poi, a chiamata, arrivano tutte belle attrezzate (come se ci volesse chissà cosa…) al momento delle prime doglie. Questo servizio sinceramente non capisco perché sia solo parzialmente rimborsato dal SSN ( circa 1.000€ ) mentre in parte resta a carico della famiglia che attua questa scelta visto che chi decide per questo tipo di nascita poi non “impegna” i nostri ospedali che, sicuramente, hanno un loro costo non propriamente irrisorio e, visto che almeno due giorni la mamma ed il bambino stanno in Ospedale, sicuramente più alto della cifra che resta a carico della famiglia che sceglie il parto domiciliare.

La coraggiosissima Laura e Gemma stanno bene, i loro famigliari tutti gli stanno vicini, il pediatra già ha fatto la visita alla piccola Gemma così come le ostetriche hanno rivisto la mamma dopo al parto, il papà ha registrato la piccola all’anagrafe Meldolese che da 12 anni non scriveva più nei computer “Meldola” quale luogo di nascita (sembra che sia stato un imprevisto nel 1998… non una cosa voluta) mentre le nascite massive (nel reparto maternità dell’allora Ospedale Civile) risalgono a ben 35 anni fa (e qui forse qualche lettore si annovera fra i “nati a Meldola”).

Un aneddoto, io e mia moglie chiedemmo di poter donare il sangue placentare (utilizzato per cure e sperimentazioni visto l’alto tenore di cellule staminali) ma non ci preoccupammo di come la placenta stessa (probabilmente la cosa più meravigliosa con cui Madre Natura permette il ciclo della vita) venisse “smaltita”; mamma Laura e papà Pietro l’hanno piantata assieme ad una pianta, probabilmente vivrà una seconda vita collegando indissolubilmente la pianta a Gemma Lea bimba/ragazza/donna/mamma/nonna e lasciandone una traccia alla sua dipartita.
Visto che il parto a casa non è fuorilegge ma e’ regolato dalla legge reg. n. 28 del Luglio 1998 sul percorso nascita, R.ER. parto extra ospedaliero ci piacerebbe che le famiglie venissero informate anche su questo servizio.

Auguri Gemma Lea, auguri ad una nuova ingasata ora anche meldolese.net!

Saluti radiosi

12 risposte su “Gemma Lea Venezia, nata a Meldola il 01/04/2010”

Avevo già fatto gli auguri, ma li rinnovo. Tanti auguri a Gemma Lea, alla mamma e al papà!!!

Anch’io mi informai per il parto in casa, ma proprio non me lo potevo permettere… C’è da dire però che al reparto maternità del Pierantoni io non sono stata poi tanto male.:-D

Complimentoni !!!!!Bella scelta purtroppo poco promossa come tutte le scelte consapevoli.
Auguri Laura

ancora un bacio a Lea, mamma e papà. Lea é proprio una piccola Gemma.

Evviva!!!

A conferma di quanto scritto da Romeo, porto anche la nostra testimonianza.
Ci eravamo interessati alla cosa già all’epoca della prima panza, ma poi, come succede spesso con la prima esperienza, i timori e gli “sconsigli” degli addetti ai lavori (e non) hanno avuto il sopravvento. Così Alessandro è nato all’ospedale di Cesena, dove c’erano 3 o 4 sale parto, tutte piene (quel giorno nacquero a Cesena una trentina di pargoli). Una brava e volenterosa ostetrica saltava da una sala all’altra, facendosi vedere ogni tanto. Il medico lo vedemmo solo a cosa fatta. Capimmo che non era un evento drammatico e che la natura aveva già predisposto tutto il necessario.
L’esperienza insegna e così Isabella e Riccardo nacquero in casa a Bertinoro, con l’aiuto della grande Rita di Le Nove Lune. Esperienza bellissima. Grazie Rita.

Anzitutto benvenuta Gemma Lea e congratulazioni doppie a mamma e papa!!!
Grazie davvero, Romeo, per il tuo articolo e per le notizie che ci porti…due volte gioiose!
E’ tutto assai interessante…pur essendo un “maschietto” mi ero già interessato al parto in acqua in casa e in acqua con i delfini…ora faccio mia anche la conoscenza del servizio domicilaire di ostetriche.
Una chicca l’idea di “seminare” la placenta insieme ad una pianta!
Bello davvero!!
Stefano

Non avevo visto l’articolo qui sul sito! E’ bellissima questa cosa! come già avevo scritto ad alcuni, con un po’ d’invidia rinnovo loro le congratulazioni! E li ringrazio di aver resa pubblica questa testimonianza, grazie anche a Romeo che ce l’ha mandata!
Avrei voluto anch’io il parto in casa.. ma pensando al nostro micro appartamento non mi sono informata più di tanto sulla possibilità di farlo a Forlì.
Ero un po’ preoccupata all’idea di urlare e disturbare i vicini (ehehehe), e in quello avevo ragione, Matteo ve lo può confermare!
Però sono contenta che se ne parli e che una mamma, qualora ci siano le condizioni, possa scegliere liberamente!

bella l’idea del parto con i delfini! non ne sapevo niente! ma col senno di poi quello non sarebbe stato l’ideale per me!

Sul sangue cordonale.. col primo parto non ho potuto donarlo perchè la pupa è nata prima dell’esito degli esami.
Col secondo.. è andato tutto bene, fatta la donazione e tutto ma a distanza di un paio di mesi ci è arrivata la comunicazione che nel sangue raccolto c’erano troppe poche cellule staminali, per cui il campione non era valido (sob!) In entrambi i casi, però il moncherino secco del cordone ombelicale è stato donato al “nonno” che l’ha piantato nella vigna (a “proteggerla”).

Grazie di nuovo e ben arrivata alla piccola Gemma Lea

Grazie a tutti ragazzi e che bello che alcuni ingasatini sono nati dalle stesse mani !
L’idea di divulgare la cosa era quella di far sapere che se uno vuole è possibile partorire a casa, cosa che normalmente nessuno ti dice.
abbracci
Pietro

Ciao Piero ,Ciao Laura , solo x augurare alla piccola Gemma tutta la buena suerte y buena onda x todo la vita,la nostra tristezza e’ non essere a Meldola x dare bacini a tutti voi ,brindare insieme , e sorridere alla bellissima Gemma , che portera’ il suo contributo affinche’ il mondo migliori…con persone dalla anima muy sensibile….A presto…Paletta y Lalla desde Mexico.

Anche Mavie è nata a Meldola nella casa dei nonni grazie a delle fantastiche ostetriche dell’associazione il nido di Bologna…è molto bello poter leggere queste esperienze e divulgare la possibilità di partorire a casa che non deve essere una scelta coraggiosa anche perchè io mi sono sentita più tranquilla a casa che all’ospedale, l’importante è informarsi un pò e poi la scelta viene da se mettendo la donna e la natura al centro di tutto! Per me è stata un’esperienza molto bella e credo anche per Mavie nonostante la faticaccia, peccato solo che non sia rimborsato l’intero costo! Ciao!

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