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Incontro Gasrage e Caossi con Apebianca…collaboriamo??

Come gasragisti e caossini sanno, il 27/6, alla riunione sulle possibilità logistiche per l’imminente nostro futuro di homeless è stata avanzata la proposta di una collaborazione con Apebianca http://www.lapebianca.it/. La proposta sorge innanzitutto da Roberta che ora lavora con loro e che quindi, in diverse occasioni, ha “chiacchierato” di gas con lo staff riscontrando un certo interesse. Inoltre, anche Acquacheta aveva manifestato interesse rispetto a questa possibilità e ne aveva già accennato in precedenti occasioni.

Così, il 07/7 Davide (per caossi) e io (per gasrage) siamo andati a parlare con un loro rappresentante. Trovate quindi in calce all’articolo un resoconto preparato da noi a riguardo (e scuserete se ci ho messo tanto a scrivere ma solo da oggi questa settimana ho un po’ di stacco dal lavoro).

Il resoconto viene inviato anche a GASPACCIO E VILLAGRAPPA (e viene redatto questo articolo sul blog) perchè riteniamo che la decisione se “spostarci” sull’apebianca, debba essere presa in plenaria. Chiedo quindi ai gaspaccisti ed ai villagrappini di parlarne internamente, valutare e prendere una posizione come sottogruppo che poi un rappresentante porterà alla plenaria di settembre, momento in cui andremo a prendere una decisione.

Chiedo a tutti comunque di chiedere, commentare, valutare e proporre. E’ un momento importante e sarebbe quindi doverosa la massima partecipazione di tutti!!

su apebianca def

14 risposte su “Incontro Gasrage e Caossi con Apebianca…collaboriamo??”

ciao,
scusate ma a me non piace molto sta cosa della maggiorazione del 5%…per cosa ??
in questo modo alla fine veniamo a pagare molto di più dell’affitto che ci eravamo prefissati (700€ all’anno)
bho’ ..forse non ho capito bene… cioè capisco che non possiamo uscire con una spesa da un negozio senza scontrino, ma d’altro canto non capisco perché devo pagare di più senza alcun tipo di servizio da parte loro.
Inoltre non ci sarebbe più alcun controllo del foglio cassa, senza considerare il fatto che, quando ci sono degli errori (che possono sempre capitare), non so come possano essere risolvibili ….
Alla fine non è più una spesa senza intermediari….

devo essere sincera, mi pare che la percentuale non fosse così alta, sarebbe improponibile, forse era uno 0,5%. ciò non toglie che i tuoi dubbi siano più che leciti.

Ciao,
scusate ma per intavolare una discussione proficua servono dati chiari, ovvero:

1) quali le esatte condizioni economiche di questo accordo
2) quali i vantaggi per noi come ingasati
3) quali le ripercussioni sul nostro gruppo di un’affiliazione di questo genere.

Ci sto pensando e ripensando e, pur ringraziando Alice e Davide per il tempo impiegato, seguito a pensare che per me è un’ipotesi che non sta in piedi.

Io mi troverei ad es. ad acquistare i prodotti dei Piccoli pagandoli di più e comunque senza poter scegliere. Allora tanto vale fare la spesa all’Apebianca, magari alternandola con altri fornitori.

Luisa

Ciao a tutti,

la mia prima reazione è stata di spavento e batticuore…. Non so ma questa soluzione non mi piace. Provo a razionalizzare. Se leggo tutti i pro mi convinco: da una parte ci sono indubbi vantaggi, dall’altra non c’è niente di male. Tuttavia l’esperienza passata con l’apebianca è stata negativa.
L’atteggiamento un po’ spocchioso dei vertici della cooperativa, la gestione caotica, l’appartenenza ad un mondo cattolico che a molti può non piacere e con il quale sono collegati con un forte vincolo. Il lato peggiore dell’esperienza è però legato all’aspetto lucrativo. L’Ape Bianca è un ente commerciale la cui sopravvivenza è legata all’utile prodotto dalle proprie attività. Il principio di qualità del prodotto e di sensibilità ed esperienze umane del produttore sono subordinate all’utile perché ovviamente la sopravvivenza della struttura è un’esigenza primaria. A questo punto che differenza c’è fra acquistare attraverso l’Ape Bianca e acquistare attraverso il Naturasì? E che differenza c’è acquistare attraverso il Naturasì e la Coop? Una persona coinvolta direbbe che ci sono differenze fondamentali, uno non coinvolto direbbe che ci sono alcune differenze, un marziano direbbe che è esattamente la stessa cosa. Quest’anno ho acquistato nocciole dal nostro produttore, mi sono anche lamentato un po’ del fatto che molte erano rancide. L’apebianca propone prodotti della Padovana Macinazioni. Chi di noi acquisterebbe le nocciole della Padovana? Io no. Ho acquistato loro prodotti: Vecchi, morti, stoccati in quantità abnormi, da produzioni su larga scala e intensive, con potere nutritivo ed energia molto vicine allo zero. Però sicuramente molto gestibili da un sistema supermercato anche se ecocompatibile.
Se non ho capito male il sistema di acquisto attraverso l’Ape Bianca eliminerebbe il rapporto diretto ordine-pagamento
fra gasisti e produttori, il rapporto diretto rimarrebbe solo in fase di selezione del produttore. Però la spinta educativa del consumatore verso il produttore nasce proprio dal rapporto diretto ordine-pagamento e quando ordino di nuovo ti comunico anche fra le righe cosa non va e cosa è migliorabile. E il meraviglioso rapporto emotivo fra i gasist?i e fra gasisti e produttori? Anche questo si perderebbe come lacrime nella poggia! La spinta di cambiamento che il Gasista dà al sistema produttivo nasce proprio dal suo ruolo di protagonista nella scelta dell’acquisto e nella possibilità/capacità di interagire con il produttore e di influenzarlo. Se frapponiamo fra Gasista e produttore una società commerciale di distribuzione che inevitabilmente è obbligata a muoversi all’interno di logiche commerciali della media/grande distribuzione, anche se tenta e dice di no, temo questo abbia l’effetto di riportare progressivamente il gasista ad un’allineamento con l’atteggiamento mentale del normale consumatore, con tutto ciò che drammaticamente ne consegue.
A mio avviso il rapporto con l’Ape Bianca può essere accettabile solo in questi termini:
L’Ape Bianca ci affitta un locale ad una cifra da concordare
Diventa uno dei nostri fornitori nel senso che chi va a ritirare i propri prodotti poi può fermarsi anche a fare la spesa
I produttori vengono gestiti dal Gas
I prodotti e gli ordini vengono gestiti dal Gas
I pagamenti vengono gestiti dal Gas

Per quanto riguarda la percentuale sugli acquisti mi vengono dei dubbi:
Chi compra di più paga di più
Chi compra merce con valore più alto paga di più
Il 5% nello scontrino andrebbe scorporato per evitare la sensazione che il prodotto costi di più
Se con la tessera del Gas vado ad acquistare i prodotti direttamente da Mengozzi con il 10% di sconto o da qualsiasi altra parte non pago il 5% di margine/affitto e creo un danno al Gas e agli altri gasisti.

Ciao
Luigi

Prima di tutto occorre pensare che finora i tentativi di trovare un locale da affittare soino stati infruttuosi quindi si potrebbe dire che si è in una fase simil critica pertanto alcune concessioni si rendono necessarie.
Va detto che le condizioni proposte un pò snaturano il GAS. Mi viene in mente se volessimo ad esempio aiutare un nuovo produttore, gioco forza lo stesso dovrebbe comunque in qualche modo “affiliarsi” obbligatoriamente ad Ape Bianca. Non secondarie le giuste osservazioni di Luigi. Insomma ci sono una serie di punti che vanno analizzati e discussi e approfonditi.
Intanto la percentuale che comunque può risultare significativa alla lunga, meglio chiarire se è al 5 o allo 0,5%. Comunque la situazione di criticità occorre capire quanto è ancora sostenibile sia dai gasisti che dai produttori.
Vero è che ogni sottogruppo può decidere ma convengo che lo spirito Gasista ci accomuna.
Ma il GAS GAS dove e a chi si appoggia ora? Si è provato a sentire anche con loro se hanno lo stesso problema e sono disponibili ad unire le forze per risolverlo? Se none rro li c’è anche Stella (moglie del Sindaco Drei) e potrebbe essere che loro il problema di una sede di appoggio lo abbiano risolto e magari siano interessati anche ad approcciare ad ordini di fresco che forse non hanno nel paniere (non so come siano organizzati ora ma una volta era così).

Certo che sarà una bella riunione ma continuiamo a mettere nel piatto pro e contro così da fare scelte consapevoli!

A me sembra INCREDIBILE che di questi tempi chi debba affittare non possa accettare dei compromessi pur di lasciare l’immobile sfitto … in fondo basterebbe un garage …

Saluti radiosi

RIPORTO IL PRIMO COMMENTO DI MICHELA LOLI DI CAOSSI CHE ERA GIUNTO PER MAIL:

Ciao a tutti,
ho letto il resoconto e ritengo che dovremmo cogliere questa bella opportunità di collaborazione che ci è stata offerta. Le condizioni economiche sono veramente ottime, anzi mi chiedo se loro non ci rimettano, con un ricarico così esiguo, ad offrirci la sede e la disponibilità del personale che deve mettere via i nostri sacchetti e poi andarli a prendere ogni volta che uno di noi fa la spesa. Sicuramente hanno motivazioni non lucrative che li hanno spinti a farci questa proposta.
Da parte mia non c’è mai stata alcuna perplessità sulla mediazione, perché non credo che un rivenditore faccia qualcosa di male: acquista prodotti da più produttori e li mette a disposizione in un’unica sede accessibile al pubblico, ha delle spese di gestione inoltre ci mette il suo lavoro quindi mi sembra giusto che sia pagato. Inoltre molti produttori non vogliono avere contatto diretto con gli acquirenti, perché per loro sarebbe troppo complicato; forse stando all’interno dell’Ape Bianca potremmo aumentare il numero di fornitori che richiedono un minimo d’ordine consistente (penso al latte vegetale, per esempio). Comunque questo non è un problema, visto che ci viene lasciata l’opportunità del contatto diretto.
Per quanto riguarda le varie cooperative coinvolte nel progetto, io conosco bene la Paolo Babini e un po’ ForB, che ha avviato un bel progetto di recupero di terreni confiscati dove ora stanno facendo degli orti sociali. ForB è molto grande, si occupa di inserimento di persone svantaggiate e quindi offre servizi che possono essere svolti da persone che non riescono a fare lavori complessi. Non sapevo che avessero dei distributori di benzina, ma se anche fosse, è un lavoro che richiede veramente poco sforzo e può essere svolto da chiunque. Inoltre, come faremmo se tutti i distributori di benzina chiudessero? Io ho l’auto a metano, ma ci devo mettere anche un po’ di benzina per l’accensione. Mi sembra che tutti (o quasi) noi gasisti abbiamo l’auto.Inoltre se volessimo essere completamente ecosostenibili, dovremmo mangiare solo alimenti vegetali, (perché gli allevamenti, anche biologici, inquinano tantissimo), ma non lo facciamo. Anche i server emettono tantissima CO2, insomma, ci sono tantissime cose non ecologiche che noi tutti usiamo.
Secondo me siamo dentro a un sistema e non è possibile starne fuori completamente, in nessun modo, l’unico modo per cambiarlo un po’ è starci dentro nella maniera più etica possibile.
Ritengo inoltre che appoggiarci all’Ape Bianca ci darebbe molta visibilità e anche la possibilità di organizzare eventi in loco.
Per me e forse per molti altri, sarebbe possibile andare a ritirare la spesa in bici e comprare le cose che mi mancano al negozio, senza fare ulteriori giri.
Sottolineo inoltre che delle persone nuove sono subentrate nella gestione del negozio e si vedono già i miglioramenti.

ECCO LA RISPOSTA DI DAVIDE – DAVIGLO CAOSSI (SEMPRE ERA PER MAIL E QUINDI IN REALTA’ VERREBBE PRIMA DI TUTTE QUELLE SOPRA, MICHELA A PARTE…)

Concordo con Michela sulla faccenda delle auto e delle benzine (siamo in un sistema e ci siamo dentro). Tuttavia mi chiedo (perché voglio trovare il pelo nell’uovo e cacaspillare un po’ come Romeo): perché una cooperativa che parte animata da intenti sociali (lavoro a persone svantaggiate, uso di terreni confiscati) e ambientali (Apebianca, raccolta rifiuti, perché, spero, il loro intento sia di farla correttamente, credono nella differenziazione ecc.) decide di mettersi nel settore dei carburanti che non è né attento all’ambiente, né attento al sociale e legato ai grandi gruppi internazionali di gestione del petrolio (con relative schifezze contro le popolazioni ecc.)? Cioè anch’io sono dentro al sistema del petrolio e uso la macchina, però quando dovevo trovare lavoro non ho pensato a mandare il curriculum alla Shell (e se me l’avessero proposto non l’avrei accettato), ecco…

L’altro dubbio è relativo alla dimensione della cooperativa (quando le entità sono molto grandi, per quanto in partenza siano animate da nobili intenti e da persone valide, sono ahimé più facilmente intaccabili da parte di persone malintenzionate, politici corrotti ecc. ecc.).

Per questo motivo è giusto parlarne e sapere se c’è qualcuno nel gas che ne sa più di noi su For.B, così da sapere il perché e il per come.O altrimenti chiedere in giro, invitarli a spiegarci ecc. perché comunque la proposta di collaborazione che ci fanno mi sembra molto valida e allettante e potrebbe davvero essere un’occasione per rilanciare l’attività del GAS e farci riprendere entusiasmo ed energia. Un punto di consegna in città ci consentirebbe di incontrarci di più, di andare a prendere le nostre cose in bici ecc. ecc. quindi ci potrebbe davvero aiutare a riprenderci da questo sfilacciamento estenuante che va avanti ormai da molti mesi…

Dico solo che dobbiamo stare attenti affinché la cosa e il nostro GAS stesso non diventi solo una medaglia che qualcuno, lato For.B, voglia mettersi sul petto per altri scopi e/o altre ambizioni che si stacchino troppo dai nostri scopi e ambizioni, ecco…

Ho detto la mia (spero sia stata capita, perché sono un po’ prolisso e arzigogolato ultimamente).

Davide

RISPOSTA DI MICHELA A DAVIDE. E CON QUESTO HO RIPORTATO TUTTO

Concordo con Michela sulla faccenda delle auto e delle benzine (siamo in un sistema e ci siamo dentro). Tuttavia mi chiedo (perché voglio trovare il pelo nell’uovo e cacaspillare un po’ come Romeo): perché una cooperativa che parte animata da intenti sociali (lavoro a persone svantaggiate, uso di terreni confiscati) e ambientali (Apebianca, raccolta rifiuti, perché, spero, il loro intento sia di farla correttamente, credono nella differenziazione ecc.) decide di mettersi nel settore dei carburanti che non è né attento all’ambiente, né attento al sociale e legato ai grandi gruppi internazionali di gestione del petrolio (con relative schifezze contro le popolazioni ecc.)? Cioè anch’io sono dentro al sistema del petrolio e uso la macchina, però quando dovevo trovare lavoro non ho pensato a mandare il curriculum alla Shell (e se me l’avessero proposto non l’avrei accettato), ecco…

L’altro dubbio è relativo alla dimensione della cooperativa (quando le entità sono molto grandi, per quanto in partenza siano animate da nobili intenti e da persone valide, sono ahimé più facilmente intaccabili da parte di persone malintenzionate, politici corrotti ecc. ecc.).

Per questo motivo è giusto parlarne e sapere se c’è qualcuno nel gas che ne sa più di noi su For.B, così da sapere il perché e il per come.O altrimenti chiedere in giro, invitarli a spiegarci ecc. perché comunque la proposta di collaborazione che ci fanno mi sembra molto valida e allettante e potrebbe davvero essere un’occasione per rilanciare l’attività del GAS e farci riprendere entusiasmo ed energia. Un punto di consegna in città ci consentirebbe di incontrarci di più, di andare a prendere le nostre cose in bici ecc. ecc. quindi ci potrebbe davvero aiutare a riprenderci da questo sfilacciamento estenuante che va avanti ormai da molti mesi…

Dico solo che dobbiamo stare attenti affinché la cosa e il nostro GAS stesso non diventi solo una medaglia che qualcuno, lato For.B, voglia mettersi sul petto per altri scopi e/o altre ambizioni che si stacchino troppo dai nostri scopi e ambizioni, ecco…

Ho detto la mia (spero sia stata capita, perché sono un po’ prolisso e arzigogolato ultimamente).

Davide

BRAVI mi piace che si svisceri tutto così. io sono piena di dubbio. Vi chiederei per cortesia, se avete già le idee chiare come Luigi di mettere un NO (o un SI’ bello grande in chiusura di commento, in modo che quando andremo a provare a tirare le file sia un po’ più facile ripassare i vari commenti. Certo chi non ha deciso non lo mette…

Oggi mi sono incorciato con Geppo (Giuseppe Cimatti) e Lara del GAS GAS, anche loro si sono un pò “raffredati” causa la ristrutturazione della loro casa però ho capito che hanno una sede gentilmente concessa dalle ACLI in una traversa di Corso Garibaldi.
Un pò scomoda per il parcheggio ma ci si può anche provare.
Che ne dite, provo a parlare con qualcun altro?
Io con più ci penso e con più ho perplessità … ma ripeto che la fase è molto particolare e a volte occorre ragionare meno con la testa e + con il cuore.
Saluti radiosi

Ciao,
se ho ben capito abbiamo già parlato con TUTTI gli interlocutori possibili per trovare una sede, ovvero Gasgas, spazi indecisi, assessori, privati, ecc. ecc. – @Alice confermi?

Quello che rimarrebbe da fare sarebbe una bella campagna mediatica sui social di denuncia – e gli strumenti/le argomentazioni ci sarebbero tutte (a partire dal fatto che secondo me il comune si dovrebbe vergognare). Ingasati virali, perchè no? 🙂

Poi, @Alice, come si fa a mettere un sì o un no in fondo al commento? Su che base? Non sappiamo neanche se è 5% o 0.5%.

Comunque: Ingasati in subappalto presso Apebianca (che vuol dire quindi percentuale corrisposta a loro sul prezzo, gestione del pagamento dei fornitori da parte loro ma comunque lavoro di organizzazione/facchinaggio da parte nostra, nome Ingasati associato al loro logo, pochissime possibilità per noi di incontrarci) NO.

Questo vuol dire che l’anima alimentare del GAS – inteso come gasrage e caossi – si deve sospendere? Può essere….

Luisa

РPer quanto riguarda la sede del gasgas: la conosciamo ̬ piccola, scomodissima per fornitori e utenti e non possono contenere i freschi.
– Per quanto riguarda gli altri interlocutori: sì abbiamo provato molto, ma non tutto. avevo preparato una lettera con cui fare mail-bombing al comune. E’ pronta ma mi ero fermata visto che dovevamo incontrare apebianca. la sistemo e poi cominciamo, un giorno a testa, a spedirla al comune per vedere se salta fuori qualcosa.
– personalmente non voglio smettere di comprare il fresco, quindi preferisco fare il porta a porta fra noi, come si è detto a giugno al piada52 piuttosto che sospenderlo…
personalmente…

– il Gas Gas. Ho visto fisicamente la sede ACLI questo inverno, da qualche parte l’avevo scritto..chissà dove, forse su WA. Disponibilissimi (quelli dell’ACLI, il presidente si era detto disponibile a farmi sapere anche altri eventuali posti dei quali venisse a conoscenza) ma proprio non va bene per noi inGASati, come dimensioni e accesso (qualche gradone difficile) e viabilità sia per noi che per i fornitori.. Se non sbaglio il GAS GAS non ha frequenza settimanale quindi si riescono ad arrangiare un po’ come possono. Ma i nostri volumi lì non ci stanno.
– Negozi sfitti. Qualche anno se fa ricordo bene mi era stato detto che l’allora Assessora Maltoni aveva organizzato incontri con i proprietari dei negozi sfitti del centro e su oltre un centinaio di persone contattate si erano presentanti credo tipo in 5. Gli altri o irreperibili o spesso erano proprietari ma residenti altrove ai quali non gliene fregava niente di avere il negozio affittato o vuoto. O qualcosa del genere. In ogni caso nelle occasioni tipo “spazio agli spazi” quando qualche negozio è stato dato ad associazioni varie, in realtà i contratti erano sempre per pochi mesi perchè metti caso arrivi poi quello che ti apre l’attività vera devi far presto a lasciargli il posto e comunque senza possibilità di corrente elettrica (d’altronde chi farebbe le spese di allaccio per 3 mesi!?) o qualcosa del genere. In generale abbiamo chiesto ad assessori e quanto più possibile su FB l’appello l’avevamo fatto girare un po’ ovunque. Spazi in giro ce ne sono, il problema è che (come per l’ACLI) non possono andare bene per noi: viabilità, accessi, volume etc. In generale per riunioni varie qualcosa si trova, ma non per lasciarci lì roba nostra. Almeno finora. Benissimo il mail bombing, ma ricordo appunto che siamo noi ad avere richieste “difficili” da soddisfare.
– Apebianca. Io non ho problemi ad andare come Claudia all’apebianca, quando posso (non mi è comodissima). Ma come GAS proprio non capisco questa scelta, a meno che come dice Luigi ci affittano uno spazio loro e ci gestiamo la nostra roba per conto nostro. Ma con gestione “esternalizzata” a loro, non riesco proprio a capire perchè dovrei ogni anno pagare una quota di 25€ (o più o meno) al GAS per fare la spesa che posso fare direttamente in apebianca. Ritorno a dire che il GAS si sta trasformando (o almeno questa è la mia percezione) solo nel fare la spesa. E questo non mi interessa più molto. Appunto se voglio spesa di qualità vado e me la compro in apebianca. Invece se mi tessero nel GAS oltre la spesa c’è dell’altro. (ogni tanto mi sa che andrebbe riletto il gaslateo…)
Per fortuna la nuova avventura della Lenticchia mi fa sentire che qualcosa ancora si muove.. che batte un cuore che ha voglia di fare. E se proprio ci dobbiamo avventurare in una esternalizzazione della cassa e degli ordini, mi torna in mente la riunione con wikigas/wikigaia. All’epoca ero contraria per gli stessi motivi che dicevo prima, ma ora mi chiedo alla fine che differenza c’è… Almeno a Dadecresce (beato lui ora è a Rio – in bocca al lupo!) è venuta voglia di pubblicizzare e far conoscere tramite video interviste i vari produttori fornitori di wikigas (molti stessi nostri) per diffondere in modo virale il più possibile la scelta della spesa “impegnata” e alternativa alla grande distribuzione… http://www.ingasati.net/gaia-e-un-nuovo-possibile-aiuto-agli-ingasati/

Ciao,
è stato poi chiarito se l’Apebianca chiede una percentuale dello 0,5% o del 5%?
Io ho cercato un posto in affitto ma sembra che a nessuno interessi affittare per una cifra così bassa, potremmo alzare un po’ il budget?

Ciao
Michela

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