La politica nel GAS, e non solo: alcune riflessioni semiserie

Riceviamouna mail da parte di Giorgo Gustavo Rosso che piuttosto che inoltarrla alla lista ho valutato più interessante pubblicarla sul blog; le mail dopo un po’ finiscono cestinate sul blog rimane per lungo tempo.

Giorgio con Macro Edizioni fa un grande lavoro e ho avuto la fortuna di onoscerlo grazie al Movimento per la decrescita felice che si sta cercando di far spazio anche in Romagna e soprattutto mi sto interessando insieme ad altri attivamente al RIfiuto: RIduco e RIciclo per vivere meglio che Macro sta organizzando a Gambettola

Ecco la mail

Divide et impera è lo scopo principale di ogni tipo di ideologia che divide noi dagli altri: politica, filosofica, religiosa, culturale, sportiva. Ciò che ci unisce è la nostra umanità, la nostra essenza più profonda che ci unisce a tutti e a ogni cosa. I limiti dei nostri sensi ci impediscono di riconoscere che non esistono confini tra dentro di me, fuori di me, italiano, africano, cattolico, musulmano, new age, destra, sinistra, centro, terrestre o extraterrestre. Tutti aggettivi che servono solo a limitarci.
Nei nostri rapporti il giudizio dovrebbe essere escluso. Ognuna/o di noi ha un suo percorso e sta facendo il proprio meglio, in base alle esperienze vissute, alle conoscenze di cui dispone e all’ambiente in cui è vissuto e vive.
Se ci sforziamo di volerci bene e di perdonarci (ama il prossimo tuo come te stesso), possiamo capire che l’obiettivo è essere felici, in pace con noi stessi e con gli altri. Più sono calmo, sicuro di me e felice, più gli altri e il mondo lo sono. Quando capisco che io e gli altri siamo una sola cosa, allora più gli altri sono calmi, sicuri di sé e felici e più lo sono anch’io. Senza limiti di sesso, colore, età, razza, partito, religione. Il sole, le galassie, il mare e le foreste sono semplicemente, senza aggettivi e appartenenze specifiche, splendidi nella loro identità, presenza, parte di un tutto infinito e in continua trasformazione.
Nel GAS quindi come in ogni altro posto possiamo parlare di ciò che ci rende consapevoli di questa unità nell’unicità di ognuna/o, di ciò che ci aiuta a conoscerci meglio e a vivere meglio, evitando di cadere nella trappola delle divisioni ideologiche, delle critiche e dei pettegolezzi.
Possiamo iniziare a costruire nuovi rapporti sociali ecomici culturali che corrispondano ai nostri desideri, sogni, aspirazioni, invece di sottometterci ai temi e alle discussioni di altri, agire concretamente invece di criticare astrattamente. Essere di esempio con le nostre azioni quotidiane. Goderci i nostri piccoli cambiamenti in coerenza con i nostri ideali, invece di criticare gli altri e attendere dagli altri ciò che non siamo capaci di realizzare.
Per cambiare il mondo è indispensabile partire da noi stessi e innanzitutto trovare la nostra pace e armonia interiori: se siamo succubi di rabbia, invidia, gelosia, egocentrismo, sensi di colpa, mancanza di autostima, vergogne e paure, ansie e depressioni, difficilmente avremo la possibilità di esprimere i nostri potenziali e di costruire relazioni sane e durature.
Per costruire una comunità capace di funzionare per chi ne fa parte è importante che i partecipanti siano disposti a seguire un percorso di autoconoscenza rivolto a superare i propri conflitti interiori, riconoscere le emozioni che offuscano la nostra consapevolezza e ci rendono dipendenti dagli eventi passati, inducendoci a ricreare le situazioni che ci fanno rivivere sempre le stesse emozioni.
Una comunità matura e intelligente ha necessità di molte/i singole/i sani, sicuri e indipendenti, capaci di scelte sagge e condivise, non leader più o meno illuminati. Persone in grado di essere a loro agio in ogni tipo di situazione e circosatanza: soli o in compagnia, tra amici e con sconosciuti, tra la folla o in un eremo tra le montagne, nel lusso o tra i mendicanti. Infatti ciò che siamo è dentro di noi e non fuori.
Se vogliamo costruire una comunità sono necessarie modalità di relazione basate sulla stima e il rispetto reciproco, attenzione e condivisione, accettazione della diversità, compresa come opportunità e ricchezza invece di essere vissuta come limite e ostacolo ai propri obiettivi personali o alle proprie credenze che vogliamo imporre a tutti.
Se nella comunità seguiamo i modelli dei dibattiti televisivi, dei reality show o spesso anche delle nostre famiglie d’origine difficilmente potremo aspettarci qualcosa di diverso da ciò di cui siamo testimoni quotidianamente.
Quando siamo capaci di ascoltare l’altro per ricercare insieme un percorso condiviso, senza intenzioni di sopraffazione, e abbadonando i dogmi e i pregiudizi della nostra cultura limitante, tutto diventa più semplice.
Il modello sociale e culturale in cui siamo immersi è quello del predatore o della predatrice e della preda, del capo e del gregario, di chi comanda e di chi è sottomesso: quando riusciamo a liberarcene si aprono spazi di gioiosa cooperazione e libertà davvero straordinari e imprevedibili, che possono trasformare la vita in un capolavoro di eccezionali avventure, di cui noi siamo gli artisti/co-creatori.
Possiamo regalarci la libertà di creare una vita secondo i nostri ideali e aspirazioni, e concedere anche agli altri la stessa libertà, invece di tenerli perennemente sotto controllo, sottomessi e infelici.
G G

Mario Bruscella una delle anime del Gas di Rimini ha dato una sua risposta

Ciao Giorgio,
ti cito solamente, estrapolando qua e là:
I dogmi e i pregiudizi della nostra cultura limitante:
1) Divide et impera è lo scopo principale di ogni tipo di ideologia che divide noi dagli altri
2) ama il prossimo tuo come te stesso
3) Infatti ciò che siamo è dentro di noi e non fuori.
4) l’obiettivo è essere felici, in pace con noi stessi e con gli altri
5) Ognuna/o di noi ha un suo percorso
6) io e gli altri siamo una sola cosa
7) parte di un tutto infinito e in continua trasformazione
8) cambiare il mondo
9) seguire un percorso di autoconoscenza
10 ) Il modello sociale e culturale in cui siamo immersi è quello del predatore o della predatrice e della preda
xx) tutto ciò che “sapete”
E anche la domanda che pongo qui e che pare sorgere spontanea:
11) Riusciremo a superare questi e altri dogmi e a creare davvero qualcosa di nuovo?
è’ anch’esso un dogma della nostra cultura.
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Se ne avete voglia riflettete un pochino su questo e analizzate la vostra mente: Confusi? Frastornati? Senso di vuoto?… Benvenuti per un attimo in un punto da cui forse si possono intravedere nelle nebbie i confini della nostra cultura. 🙂

Mario Bruscella

Una risposta su “La politica nel GAS, e non solo: alcune riflessioni semiserie”

d’accordo! sono un insegnante e con i miei ragazzi affronto continuamente questi argomenti, seminero’ per il futuro? ho parlato loro anche dei gas e hanno mostrato molto interesse ! saranno i ” gasati” di domani? e’ con queste speranze che mi addormento alla sera e mi desto al mattino!

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