Quando l’ho letto mi sono commosso e ho subito ripensato ad un film che ho visto di recente proprio insieme a tanti di voi. Guardo un pò la partecipazione che mostriamo al GAS, penso a quanti si sono affacciati, a quanti sono entrati bussando e usciti in punta di piedi, a quanti guardano fugacemente e poi pensano che non fa per loro quello che proponiamo/ci impegnamo a tenere vivo.
So che anche Bologna si sono attivati con un progetto analogo e poi ripenso a “food coop” e al fatto che proprio in America è partito questo “progetto” o meglio questa “rivoluzione”.
Penso a che cammino ci aspetterebbe se decidessimo di iniziarlo …, a che tentazioni e difficoltà dovremmo approcciare; leggo e ascolto le tragedie di ieri in montagna per alcuni alpinisti, avvenute nonostante la presenza di guide professioniste e penso che non dotremmo mai arrivare a epiloghi così tragici se decidessimo di approciare a questo cammino … si può fare?
C’è una comunità da rammendare, dove riconoscerci come persone (non individui isolati), per tessere relazioni e allacciare sguardi, pensare insieme al bene comune, per compiacerci delle differenze quando gli obiettivi (tanti, anche se non tutti) sono concordi, per coltivare quello che ci fa incontrare non quello che ci divide e smetterla di cannibalizzarci tra i distinguo e le polemiche, e dialogare e dialogare ancora più che dibattere, e per giocare al gioco del dono e della condivisione, e far coincidere le parole con le cose, il dire con il fare (senza che in mezzo non ci sia più, non dico il mare ma, neanche un rigagnolo)…
E accendere luci, e tenerle accese e bene in vista, per quando verrà la notte, riempire piccoli granai di solidarietà per quando verrà l’inverno, fare come il colibrì quando la foresta brucia.
Massimo Angelini
Dai, forza, pensiamo a qualcosa! Potremmo iniziare “soft” andando a vedere che stanno combinando a Bologna i ragazzi di Camilla oppure potrei aver perso questi 5 minuti a intessere questa discussione … dimmi tu nei commenti quale delle due!
Saluti radiosi