Gli inGASati intervistato da ilpassatore.it

ecco l’intevista rilasciata al giornale del passatore

Un paio di settimane fa, il pubblico del Decrescifest ha avuto la possibilità di partecipare alla presentazione della filosofia e pratica GASista della zona. Completamente in sintonia con il tema delle due giornate, il gruppo Gas Malatesta di Cesena ha portato la propria esperienza, dalle origini in garage, fino ai GAT.

Lo scopo del GAS nasce dall’esigenza di gruppi di cittadini di poter accedere a prodotti salubri di origine certificata, di risparmiare riducendo la filiera di distribuzione (grazie la quale i costi lievitano considerevolmente) e stimolare la socialità anche al di fuori dei rapporti lavorativi o di amicizia.

E così, se spesso i gruppi partono da pochi conoscenti, piano piano si allargano a nuove famiglie. Dividendosi i compiti e cercando di contenere le spese, si creano responsabili di particolari prodotti, i responsabili del trasporto fino al deposito o porta a porta, degli ordini del gruppo, il tutto coordinato tramite riunioni periodiche. Il movimento è circolare: il gruppo decide un acquisto in base alle richieste dei singoli, viene acquistato il prodotto e distribuito ai richiedenti.

I GAS hanno origine laddove qualche persona si pone l’obiettivo di affrontare “criticamente” l’atto della “spesa” – ci racconta Romeo Giunchi degli ingasati di Meldola – decidendo di diventare protagonista della scelta e non delegandola al supermercato o negozio di turno. Chiaramente una persona o una famiglia da sola difficilmente riesce a mettere in discussione TUTTA la “spesa” che fa quindi magari si ritrova con altre famiglie che la pensano così ed ecco che nasce un gruppo di persone che decidono di andare oltre il semplice “acquisto” cercando di capire anche dove vanno a finire i soldi che spendono e se questi mantengono e alimentano un circuito di produttori o coltivatori o allevatori che dimostrano un’attenzione agli argomenti cari al gruppo che si compone.

Ed è stata mia impressione che spesso l’accento sia spostato dai prodotti per ricadere soprattutto sulla solidarietà che gruppi di questo tipo promuovono: perché solo con la solidarietà si può pensare di rifondare una società più equa e che tenga in giusta considerazione le esigenze primarie di tutte le figure coinvolte e ponga le basi anche per non impattare troppo nell’ambiente che noi abbiamo solo in prestito e lasceremo alle future generazioni. Lontani dalle offerte speciali che si basano solo sul prezzo finale del prodotto ma vicinissime a quelle offerte speciali che denotano appunto l’attenzione all’ambiente, al coltivatore, al produttore, al lavoratore quindi all’umanità. Come sicuramente, sulla socialità. I GAS sono prima di tutto gruppi di persone che cooperano per uno scopo finale condiviso, niente di più bello e solidale.

Ed i piccoli gruppi si stanno piano piano espandendo, tanto da far nascere la necessità di creare sotto gruppi che si occupino, sempre nell’ottica dell’intero GAS, solamente di alcuni particolari prodotti, e, come veniva spiegato al Decrescifest, si parla addirittura della possibilità in futuro di creare posti di lavoro per migliorarne la gestione.

Oppure nascono idee come quella del GAT, Gruppo Acquisto Terreni, terreni sui quali coltivare direttamente frutta e verdura biologica piuttosto che costruire abitazioni sostenibili: da soli siamo in mano al mercato ed alle sue leggi (il costruttore costruisce in base alle sue esigenze primarie) mentre quando le persone acquistano in gruppo possono influire sulle scelte di costruzione e su aspetti che da soli non ci possiamo nemmeno permettere di pensare. Spesso non ci si ferma solo all’acquisto dei terreni ma si prova anche a progettare e realizzare insieme e in gruppo le abitazioni e oramai in Italia gli esempi sono molteplici.

E se anche sembra una goccia in mezzo all’oceano del consumismo, Giunchi non è dello stesso parere: secondo te vale la pena pensare di incidere su un mercato apparentemente ammalato che vede, ad esempio, l’allevatore prendere 35 centesimi di euro a litro di latte mentre il consumatore lo paga oltre 1,5 euro? Preferisci che le scelte di cosa acquistare le faccia qualcun altro per te (sia esso il negoziante della porta accanto o la grande catena di distribuzione oppure il grande costruttore di case)? Pensi che uno da solo non possa cambiare il mercato o le condizioni di un mercato globalizzato? Ma ti interessa veramente cambiare il mercato globalizzato o ti accontenti di provare ad interessarti di chi ti sta intorno… prima o poi vedrai che la scelta sarà contagiosa e ti accorgerai che se cambi tu cambia anche ciò che ti sta intorno…
Siete curiosi? Potete cercare il Gas più vicino tramite il sito web della Rete Nazionale di collegamento dei G.A.S.

Un grazie a Paolo Ricci ed a Romeo Giunchi

[via Passatore.it]

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