Categorie
Ordini

Le ultime dal filiera dell’abbigliamento

Da quando partecipai con altri amici gasisti ad un incontro sul tessile proprio qui a a Forlì, seguo abbastanza puntualmente le campagne “abiti puliti” della Clean Clothes Campaign italiana e ancora non finisco di meravigliarmi di cosa salti fuori.

Leggere frasi come queste:

Un lavoratore della Yue Yuen che produce per la New Balance a Dongguan, in Cina dice:” Sono stanco da morire adesso. In due dobbiamo incollare 120 paia di scarpe all’ora. Stiamo lavorando senza riposo e abbiamo sempre paura di non lavorare abbastanza in fretta per fornire le suole alla linea successiva. Siamo stanchi e sporchi.

“Il rapporto fa luce anche sulle condizioni dei lavoratori che cuciono palloni sportivi in Thailandia, India e Cina. Alla Joyful Long sul Delta del fiume Pearl in Cina, che fornisce adidas, Nike, Umbro e Fila, lo straordinario può arrivare a 232 ore al mese mentre i salari medi sono quasi la metà del minimo legale.

“Non abbiamo risparmi perciò non abbiamo soldi per le emergenze. Una volta ho dovuto impegnare la mia bombola gas per la cucina per avere il denaro necessario a curare mia moglie in emergenza. La situazione è simile per tutti noi. Un mio amico ha venduto persino il suo sangue per avere i soldi necessari a fronteggiare una emergenza”. Lo dice un confezionatore di palloni a domicilio in Indi

dalla loro mailing list mi lascia piuttosto atterrito e mi tornano alla mente le parole di Beppe Grillo che sentii ad un suo spettacolo a Forlì anno scorso che in sintesi diceva che l’unica speranza per quelle popolazioni sfruttate è che il sindacato presto riesca a mettere qualche paletto … mi viene da pensare dove si potrebbe mettere quel paletto …

Insomma ragazzi, abbiamo tanto da fare ancora per avere un mondo più giusto ma mai darsi per vinti!!!

Per chi avesse voglia di leggersi le 44 pagine del rapporto fatto dalla campagna di cui sopra e commentarcelo qui trova tutto.

Saluti radiosi

2 risposte su “Le ultime dal filiera dell’abbigliamento”

una tristissima realtà…purtroppo se vuoi comprare scarpe sportive le marche sono quelle. e i prodotti vengono tutti dalla cina. dove c’è uno sfruttamento totale. alternative?

il primo link non funziona…ciao

I commenti sono chiusi