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AUGURI DI SOLIDARIETA’…per un 2020 più ingaSato

Ciao gasisti e gasiste, PaoloR ha mandato via mail un bell’articolo uscito nei giorni scorsi sul blog Economia solidale che merita posto sul nostro blog.

L’articolo è scritto da Andrea Saroldi, “ispirato” dall’articolo “Tutti per uno” di Taylor e Hunt-Hendrix uscito su l’Internazionale, che trovate tutti-per-uno Internazionale.

Vi riportiamo quindi qui Auguri di Solidarietà, che tra le altre cose ci dice : “La solidarietà genera trasformazione, fornisce una strada alla speranza; la solidarietà “va costruita, non trovata”. La solidarietà si fonda su di una visione antropologica opposta a quella capitalista e si attiva per costruire una società umana organizzata diversamente in un senso molto profondo, perché cambiano i riferimenti.”

Il mio augurio per il 2020 è che il nostro percorso InGASato ci ricordi dove ci collochiamo (o cerchiamo di collocarci) nel virtuoso circuito, in costruzione, dell’economia solidale (con l’obiettivo di un mondo non solo più equo, giusto e solidale, ma anche libero dal paradigma capitalista e patriarcale…aggiunta personale).

Andrea Saroldi, 16 gennaio 2020

Scrivo per segnalarvi l’articolo “Tutti per uno” di Astra Taylor e Leah Hunt-Hendrix pubblicato su Internazionale(1) che ho trovato illuminante, per noi e per i nostri tempi.
Cosa ci potrà salvare dalla attuale crisi ecologica e sociale che sta attraversando l’umanità? Per fortuna, ricordano gli autori, esiste già una direzione da seguire per invertire la rotta rispetto a quella che ci sta portando sull’orlo del baratro, è un sistema di riferimento che può svolgere un ruolo centrale per venirne fuori, “l’idea di solidarietà descrive ciò che ci tiene legati e spiega come possiamo agire per cambiare la nostra situazione”.

Certo, il termine solidarietà viene usato con accezioni molto diverse, “la nostra cultura trabocca di finte manifestazioni di solidarietà”, e si tratta di capirsi su cosa intendiamo. Non stiamo parlando di una relazione asimmetrica, con un donatore buono ed un ricevente povero, ma di una relazione in solido tra soggetti che, pur diversi tra loro, riconoscono di trovarsi sulla stessa barca, vedono quanto i loro destini siano profondamente intrecciati.
La solidarietà genera trasformazione, fornisce una strada alla speranza; la solidarietà “va costruita, non trovata”. La solidarietà si fonda su di una visione antropologica opposta a quella capitalista, e si attiva per costruire una società umana organizzata diversamente in un senso molto profondo, perché cambiano i riferimenti.

Ecco l’orizzonte per l’economia solidale; non si tratta solamente di riformare dei meccanismi economici, ma di rigenerarli a partire da  quanto ci tiene insieme. Perseguire il benvivere di tutti ed il bene comune vuol dire muoversi in una direzione sostanzialmente opposta rispetto all’inseguimento del profitto; e questa inversione è quantomai urgente oggi, nel tempo in cui la ricerca del profitto genera disuguaglianza(2), e la disuguaglianza è alla base del malessere sociale(3).
Per tutti questi motivi, come titola il saggio di Stefano Rodotà, la solidarietà è oggi più che mai una utopia necessaria(4): “Scardina barriere, demolisce la nuda logica del potere, costruisce legami. Il principio di solidarietà è l’antidoto a un realismo rassegnato che non lascia speranze, che non lascia diritti”. La trasformazione sociale di cui abbiamo bisogno proviene dal buio, ma la si può riconoscere dal suo procedere nella direzione della solidarietà.

Secondo questa prospettiva si muovono, ad esempio, le Brigate di Solidarietà Attiva, che con squadre di volontari in stile protezione civile si convocano nelle situazioni di emergenza per portare aiuto pratico e allo stesso tempo favorire soluzioni auto-organizzate dalla attivazione delle persone coinvolte. Ci sono molti altri esempi, in tutto il mondo; si tratta in primo luogo di organizzare incursioni all’interno delle diverse emergenze generate dal sistema economico, e quindi di collegarle tra loro per costruire un sistema economico e sociale per il benvivere di tutti.

Quando a partire dal 2001 abbiamo iniziato a proporre in Italia la strategia delle reti di economia solidale credo sia stato questo orizzonte, anche se forse non espresso in modo così chiaro, ad averci convinto. All’epoca in Italia erano già presenti diverse esperienze, ma non si parlava di economia solidale come prospettiva strategica; anche se la strada da percorrere è molta, penso che in questi anni abbiamo raggiunto un risultato importante, mostrando nel concreto attraverso diverse incursioni in che modo l’economia solidale possa costituire un’alternativa credibile.
Le difficoltà non mancano, e sono proporzionate all’entità dell’impresa, ma non ci devono deviare. L’errore più grande sarebbe riprodurre all’interno dei nostri circuiti quegli schemi generati dalla stessa ideologia del capitalismo che vogliamo contrastare.
Sono questi gli auguri che mi sento di fare per il nuovo anno, in particolare per la rinascente Rete Italiana di Economia Solidale (RIES). È decisamente meglio iniziare l’anno con un buon principio ispiratore (la solidarietà), piuttosto che fare una brutta fine.

Note
(1) L’articolo in italiano è stato pubblicato sul numero 1327 di Internazionale del 4-10 ottobre 2019, le citazioni tra virgolette si riferiscono a questo articolo; a questo link su “The New Republic” trovate l’articolo in inglese; a questo link sul blog “frammenti vocali in MO” trovate una sintesi personale dell’autore del post.
(2) Si veda ad esempio Thomas Piketty, “Il capitale nel XXI secolo”, Bompiani 2014.
(3) Si veda ad esempio Richard Wilkinson e Kate Pickett, “La misura dell’anima”, Feltrinelli 2009.
(4) Stefano Rodotà, “Solidarietà, un’utopia necessaria”, Laterza 2014.