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Coccio in cucina

E adesso è la volta dell’articolo di Angela … ma quanto siamo avanti a Meldola :-))))

piggyQuesto articolo nasce dalla volontà di alcuni di noi, la maggior parte legati al Gruppo d’Acquisto Solidale InGASati, di scegliere un fornitore di pentole in coccio o terracotta che sia affidabile e rispetti i requisiti di un fornitore GAS.
Così è nata una ricerca, fatta a più mani, per raccogliere informazioni sulla miriade di artigiani e fabbriche che si prodigano nel fornire questo pentolame.
Oggi, nelle nostre cucine, è più facile trovare uno wok piuttosto che una casseruola di coccio, perché la velocità di cottura ormai fa parte integrante di un certo mordi e fuggi. E poi se cadono si rompono, non vanno in lavastoviglie… Insomma un sacco di “contro”… Eppure, avranno qualche lato positivo se continuano a fabbricarle e, anzi, a diventare sempre più pregiate!

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La pietra ollare in cucina

Ripubblico l’articolo dell’amica Giulia … del GASpaccio … dite la Vostra!!!

pietra ollareLa pietra ollare: la pignatta dei miei sogni! Ne trovai una in un mercato toscano da un ragazzo che, essendo socio di un club di cucina medievale, ne aveva importato un container. La regalai a mia suocera. Me ne innamorai (della pentola, non della suocera), tornai per comperarne un’altra, ma le aveva finite. Ne aveva solo una, enorme, 80 kg di peso, impiantata stabilmente nel suo bellissimo caminetto, con tanto di coperchio in pietra, e in quello cuoceva gli umidi di cinghiale per le manifestazioni storiche. Ma non mi sono arresa. La pietra saponaria (o steatite) è impiegata dall’antichità ai giorni nostri soprattutto nell’edilizia. Ma fino al medioevo, nei luoghi del mondo dove esistono le cave di questa bella pietra grigio chiaro, la popolazione locale ne utilizzava le lastre per la cottura dei cibi e fabbricava con scultura a tutto tondo bellissime pentole per la cottura di umidi. Da qui anche il nome di pietra ollare (in spagnolo olla = pentola).

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inGASato veramente il 2009!!!

Purtroppo non mi ritrovo troppo spesso del tempo per scrivere ma eccomi a rendicontare un anno trascorso veramente inGASatamente!

Ho provato, con l’aiuto dei vari cassieri di sottogruppo, ha tracciare il bilancio generale di quanto economicamente abbiamo mosso nel 2009 e sono rimasto sorpreso della cifra complessiva che ammonta a ben 96.700€

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Forno a microonde … che ne dici?

Sinceramente io e mia moglie abbiamo sempre avuto la “repulsione” per il forno a microonde e così non lo abbiamo mai acquistato ed ora, leggendo l’articolo che l’amica e collega Lorena mi ha suggerito, devo proprio complimentarmi con l’intuito.

Mi sembra un articolo molto ben fatto e ricco di riferimenti quindi difficilmente classificabile come bufala; inquietante il discorso sulla Listeria e sulla Salmonellosi

Mi spiace che l’articolo sia un pò lunghino ma penso che la consapevolezza si coltiva solo con un pò di sforzo e, magari, rubando un pò di tempo alla televisione 🙂

Ma qualcuno ha il Microonde e lo usa regolarmente?

Saluti radiosi

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Ma il biologico è migliore?

foto RomeoCome vedete anche i miei colleghi si divertono ogni tanto a organizzare qualche scherzo e non possono certo risparmiare nemmeno me, andandomi a “toccare” in quelle che sono passioni e stimoli che continuamente cerco di portare anche negli ambienti che frequento.

Purtroppo però ci sono tanti che hanno veramente l’idea che l'”agricoltura biologica” sia un grande spot pubblicitario che permette a qualcuno di guadagnare più di quanto altrimenti farebbe.

A questo non giova troppo, per me, il fatto che la certificazione biologica viene rilasciata da Società private ed ha anche dei costi (a volte non indifferenti) per il fornitore; sono sempre stato un fautore del biologico ma ammetto che mi fido molto più volentieri della “garanzia” data da un contatto diretto con il produttore e da visite dirette alla sua azienda (ed io puntualmente, da vero “cacaspilli”, cerco di ficcanasare sempre in giro in queste occasioni…). Non giova nemmeno che nell’agricoltura di sintesi si sfamino tante persone che vendono concimi e prodotti antiparassitari così come non giova nemmeno che qualche “spregiudicato produttore” alla fine viene puntualmente pescato ed anche abbondantemente “pubblicizzato”.

Orbene, diverso tempo fa avevamo anche valutato la possibilità di costituire un gruppo di controllo per meglio monitorare i “fornitori” direttamente (quindi senza tenere troppo conto del “certificato”…) ma poi la cosa si accantonò anche perché non eravamo ancora massa critica e si faticava oltre che a organizzare tali controlli anche a trovare i soldi per farli.

Ora abbiamo finalmente le casse di sottogruppo e l’accantonamento mensile (che mi auguro tutti i sottogruppi facciano) che potrebbe risolvere in parte il problema “finanziario” e abbiamo un buon numero di gasisti quindi magari anche chi conosce o è amico di qualcuno che lavora in qualche laboratorio che possa appunto portare a termine queste analisi. So che l’argomento è complesso (non basta chiedere di analizzare un prodotto ma bisogna anche chiedere cosa cercare…) e richiede persone capaci e “professionisti” ma so anche che non occorre essere dei calzolai per sentire se un paio di scarpe ci calzano correttamente quindi, in fondo, basta avere tanta buona volontà e disponibilità a mettersi al servizio del gruppo.

Sono certo che nasceranno spunti che dimostreranno che non siamo solo “consumatori” e sappiamo trasformarci in consum”attori” 🙂

Saluti radiosi e … AUGURI!

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Il GAS per la crescita della coscienza non solo dei consumatori, ma anche dei produttori

Le scelte dei fornitori sono sempre difficili ma questa sottostante risposta (il produttore nella sua presentazione aveva asserito che un certo tipo di carne proveniente da Stati limitrofi è “buona” e che alcuni medicinali sono indispensabili per la salvaguardia e la sopravvivenza dell’animale) ad un “produttore” da parte di una “gasista” veterinaria mi dimostra come, in gruppo, si riescano anche ad affrontare le scelte più difficili riuscendo a comprendere di cosa si dibatta e tenendo la testa e l’attenzione alta.

Dopo un’analisi del genere mi viene da dire un grosso grazie al nostro fornitore di carne e latticini (Sadurano) che non ha avuto bisogno di un tale “invito” per fare precise scelte di allevamento, grazie anche a tutti i veterinari che via via vi si sono succeduti; penso che anche voi dopo averlo letto vi unirete al mio grazie oppure chiederete cosa non vi è chiaro … anche noi inGASati  abbiamo chi ha le competenze tecniche per rispondere (Grazie Pietro!!!)

Gentile xxxxx,

grazie della sua sollecita risposta.

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Ordine Made in NO – scadenza lunedì 14/12/2009

Penso sia giunto il momento di aprire un ordine di Made in No prima di tutto per il tempo che è passato dall‘ultimo ordine fatto a metà 2008.

Ecco lo stralcio relativo al progetto “Made in No” che pubblica il Corriere della Sera per presentare la sua nuovissima guida  “Impatto zero” che penso sintetizzi al meglio e in poche parole cosa ci sia dietro:

C’ è una linea di intimo equa e solidale: è nata a Novara nel 2006 e si chiama Made-in-No. Il cotone, biologico, è coltivato dalla rete di 800 produttori brasiliani Justa Trama, una coop di San Paolo produce il filato, gli artigiani novaresi fanno il resto.

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SCEC e inGASati, un connubio possibile?

Innanzitutto mi scuso per non aver pubblicizzato sul blog inGASato il recente incontro sullo SCEC tenutosi a Meldola!!!

Orbene, dopo questo incontro con i nostri bravi “agganci” di Arcipelago SCEC (persone in gamba e disponibilissime) direi anche abbastanza popolato e con volenterosi inGASati non solo meldolesi fra il pubblico provo a tracciare una sintesi che potrebbe rendere l’idea al meglio dei prossimi passi cercando di fare, nel contempo, un quadro più chiaro della situazione.

Innanzitutto giusto ribadire come prima cosa che lo SCEC NON è una moneta!

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Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti

Come ormai magari si sarà intuito visti anche alcuni messaggi circolati in lista vi segnalo che questa (ormai al termine) è, appunto, la settimana europea di riduzione dei rifiuti e ritengo importante che sia opportunamente pubblicizzata ed “appoggiata” anche dal nostro gruppo.

Ci siamo fin dagli inizi caratterizzati con un attenzione particolare “all’impatto ambientale” dei nostri acquisti scegliendo prioritariamente prodotti da agricoltura biologica ed anche con gli imballaggi abbiamo puntato all’essenzialità cercando di perseguire il riutilizzo massimo.

Per dirne qualcuna:

  • le cassette di Mengozzi e Jacopo riconfluiscono direttamente ai nostri fornitori che poi le riutilizzano (bellissimo trovarsi cassette con il nome di un amico o con qualche nota dedicata a chi magari si conosce 🙂
  • sono stati fatti alcuni esperimenti di ulteriore riduzione del pakaging e dell’energia fra cui l’acquisto della “forma” intera di Parmigiano Reggiano con il “porzionamento” in compagnia (e soprattutto allegria!!!) per evitare tutta la plastica del sottovuoto e l’energia occorrente per arrivarci, esperimenti che hanno dato una certa soddisfazione a chi li ha portati a compimento (non solo fisica ma anche culinaria 🙂
  • ricicliamo le cassette delle arance con i nostri fornitori locali di frutta e verdura (rimandarle in Sicilia non avrebbe giustificazione logica…);
  • stiamo valutando con Sadurano diverse possibilità per le vaschette monouso attuali cercando di districarci tra le imposizioni delle norme igieniche;
  • importante anche segnalare l’ultimo ordine di pannolini lavabili che la cara Claudia e il marito Matteo ci hanno reso possibile;
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Semi di Futuro a Faenza – 13/15 Novembre 2009

Semi del futuroSemi del futuro1 Erano due anni fa quando anche io partecipai all’edizione di allora di questa incredibile “fiera”. Allora conobbi Valentina e diversi altri gasisti Faentini, persone squisite e veramente in grado di migliorarlo questo nostro mondo 🙂

Da allora anche la fiera stessa della strada ne ha fatta tanta e, come potete vedere dai volantini, si è arricchita in modo incredibile. Ammiro questi ragazzi che con determinazione sono riusciti nel tempo a migliorarsi ed ingrandirsi oltre che con acquisti Solidali e di Gruppo anche con una spiccata voglia di diffondere il “verbo gasista” o meglio ancora lo definirei il “verbo del buon senso”.

Magari se qualcuno ha intenzione di andarci commenti sotto in modo che si possa magari andare in gruppo. Purtroppo io domenica sarò nei seggi elettorali a Meldola ma li penserò sicuramente e magari ci faccio una capatina venerdì …

Saluti radiosi