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RESOCONTO PLENARIA DEL 11 APRILE 2014

La riunione, questa volte ospitata al GAsrage, comincia più o meno puntualmente, bella partecipata (anche con diversi infanti dentro e fuori la pancia) e con un giro di presentazione che prevedi si dichiari: nome – sottogruppo – e 1 cosa da fare prima di morire. Comincio io che ho proposto questa fesseria:

Alice Gasrage: suonare il concerto n.1 di Tchaykowsky col violino (mai preso uno in mano); Cri Gasrage:cantare rock in uno stadio; AndreaQ Gasrage: fare una lezione di tai chi con un maestro cinese; ClaudiaZ Gasrage: andare a vivere in Inghilterra; Babs Gasrage: guidare un aereo e lanciarmi col paracadute; Romeo Gaspaccio: diventare nonno e portare in giro i miei nipoti + fare l’amore in ascensore; LuisaCr Gasrage: rinviare la morte (cioè quando arrivasse dirle: “ancora 5 minuti dai”); AntonioR Gasrage: fare un volo col deltaplano; Maurizio Gaspaccio: vedere come sto con il parrucchino; Fabio (Anna&Fabio) Gasrage: scalare a piedi il Kilimangiaro; Marco: prendere a calci un punkabbestia; Michele, new entry di Ca’Ossi: comprarmi una casa; Federica (Forno Cappelletti): fare il giro del mondo coi miei bambini; Fabio Cappelletti (del forno): guidare un auto da rally; Maria Lavanga (aspiurante gasista): fare il giro del mondo; Enr ico (aspirante gasista): suonare benissimo la tromba (propongo un duetto con me al violino); Sarmik: rotolarmi felice come un cucciolo; ClaudiaL Ca’Ossi: avere una stanza tutta per me in casa (chi ha figli ed una casa di dimensioni normali, sa di cosa parla); PaoloR Gaspaccio: salire a cavallo…ma in verità vedere una partita di basket al Madison Square Garden con Spike Lee; Claro Gaspaccio: fare trekking a cavallo; Michele Gasrage: navigare il Ruio delle Amazzoni; Flavio (burro di karitè): è appagato dalla vita, ha capito che ci si deve arrendere ai propri limiti; PaoloZ Villagrappa: comprarmi la moto; Eleonora di MattEle Gasrage: sposarsi (se qualcuno – uno a caso che le sta a fianco con in braccio la loro piccola Gioia – glielo chiede); Matteo di Mattele: prendere il brevetto di sub; Gloria Ca’Ossi: fare almeno altri due bambini (sono a quota 2 ora); Davide Ca’Ossi (compagno di Gloria): è a posto così, gli basterebbe sapere cosa rispondere a questa domanda (per forza se deve fare almeno altri due figli…);  DanielaF: fare un figlio e un disco. Mi scuso con gli utlimissimi arrivati come Kribe del Gasrage e Alessia Brivio del Gaspaccio cui non abbiamo chiesto…recuperiamo a Maggio!!

Si comincia coi temi della serata e diamo la precedenza a Fabio Cappelletti, dell’omonimo forno di Dovadola, nostro fornitore, (perchè poio deve andare a dormire che si sveglia mooolto presto!). Fabio riassume i passaggi che ci hanno portato stasera a parlare dell’ordine del pane presso il suo forno. Di recente gli è stato chiesto se per lui sarebbe stato un problema se avessimo affiancato al suo ordine anche quello dell’Azienda agricola I Tirli, già fornitore per il Gaspaccio, anche per gli altri sottogruppi. Fermo restando che Fabio conosce e stima Paolo dei Tirli e che quindi non avrebbe avuto contrarietà di sorta per la cosa in sé, però si è posto (ed ora gira a noi) alcuni interrogativi. Ha infatti notato che, nel tempo,  gli ordini sono andati diminuendo e che comunque la gestione del suo rodine presenta diverse difficoltà (dovute forse anche ad una impostazione non perfetta data inizialmente all’ordine col passaggio al Digigas). Si chiede e ci chiede quindi se ci siano problemi col suo pane, con lui o col suo ordine e se sia per questo che si vorrebbe aggiungere i Tirli. Chiaramente gli spieghiamo che l’idea di allargare i Tirli anche agli altri sottogruppi nasce esclusivamente dalla volontà di “omogeneizzare” gli ordini fra i sottogruppi quanto più possibile, dalla curiosità di alcuni di sentire e disporre anche dell’altro pane; infine dalla voglia di essere solidali anche con un’altra realtà che è molto vicina anch’essa ai nostri “ideali” e che merita di essere supportata coi nostri acquisti. Ribadiamo che non ci sono problemi né col prodotto né col produttore ma che, piuttosto, gli ordini (oltre che gli ordinanti) sono calati in generale. Chiarito questo cerchiamo di capire come, logisticamente, si potrebbero rendere le cose più gestibili in modo che Fabio possa continuare a proporre i suoi prodotti senza diventare matto e senza rimetterci. Decidiamo quindi che: occorre un referente (e si offre volontario PaoloR, immediatamente acclamato dalla folla esultante); il paniere può essere ridotto, stabilendo alcuni prodotti “mai più senza” ed altri che possono essere “la specialità della settimana”. In questo modo per lui sarà più facile sia la fase produttiva che quella di “distribuzione”. Continuando ad ingozzarci con le ghiottonerie che ci ha portato ci riteniamo tutti soddisfatti dell’accordo trovato e ci aggiorneremo presto col nuovo paniere ridotto.

Confermiamo che paolo dei Tirli verrà presto a trovarci per “presentarci” e che partiremo con un suo ordine “allargato” anche a noi della bassa. PaoloZ di villagrappa sottolinea oltretutto che, avere due fornitori che si conoscono e collaborano fra la’ltro, permetterà di aovviare anche al problema delle “chiusure per ferie” permettendo reciproche sostituzioni. WELL DONE

Passiamo allora la parola a Flavio della Maison de la joie a Ouidah, che ci propone il burro di karitè. Il burro che Flavio ed altri volontari importano viene prodotto tra il Burkina faso e il benin. Flavio innanzitutto ci spiega che il karitè è una pianta secolare e selvatica, che cresce solo in alcune zone dell’Africa occidentale. Si consuma il frutto della pianta, sin tiene la noce 8che sta all’interno), si secca, si tosta, si frantuma e si manbda al mulino per essere ridotta ad una sirta di farina. Il karitè è cpnsiderato una pianta sacra, perchè dona un prodotto che si usa per tantissime cose: protegge dal sole, è emolliente, lenitivo, antirughe, è utile contro l’artrite e le irritazioni ec.ec. Quello che solitamente si trova in commercio è raffinato e quindi perde molte delle sue proprietà e qualità. Quello che lui propone è burro di karitè al 100% e si mantiene inalterato fino a 5 anni (attenzione però è una piante – e quindi un prodotto – suscettibile: se lo mischiate con altri prodotti irrancidisce). Cosa è e come è nata la Maison de la joie. Flavio ci racconta che, dopo aver fatto il  servizio civile con Mani Tese (a Faenza, da dove proviene), dal 1990 ha cominciato ad andare come volontario in Benin. Lì ha trovato l’amore, si è sposato e con la moglie hanno deciso di creare una casa famiglia, perchè in Benin c’è un grosso problema di traffico di bambini (su una popolazione media di 11 milioni di persone, ogni anno svaniscono nel nulla 50mila bambini!!). Hanno quindi costruito una grande casa che, dal 2006, ospita dai 20 ai 50 bambini. Per sostenere il prgetto della casa hanno poi cominciato a lavorare sul discorso “turismo responsabile”, che porta circa un centinaio di persone ogni anno in Benin. E proprio grazie ad una turista è nato un progetto più ampio e complessivo che coinvolge la comunità di Afataranga, un villaggio del nord del Benin: la signora propose infatti la costruzione di un pozzo; raccolsero i fondi e riuscirono a costruire e far funzionare il pozzo; al pozzo è seguito il mulino per i creali e così è cominciata la collaborazione per la produzione e l’esportazione del burro di karitè (produzione tutta al femminile). Ora c’è in progetto l’apertura di un presidio medico , richiesta che è venuta proprio dalle donne. Quindi sostanzialmente Flavio importa “non ufficialmente” il burro come ulteriore metodo di sostentamento dei vari progetti che sono in corso (visibili anche sul sito: http://www.maisondelajoie.com/) . Dato che il guadagno viene reinvestito nella comunità di Afataranga. Passiamo al mero dato tecnico: un vasetto (peso circa 130 gr che comunque usato anche 3 volte al giorno dura circa due mesi) è acquistabile a 9€. Come sempre decideremo a maggioranza e, nel caso, procederemo con un ordine in mailing list. Salutiamo Flavio che ci racconterebbe ancora mille mille cose sul benin e passiamo ad altro.

Alessia Brivio, del Gaspaccio, ci propone, come GAS, di dare spazio, oltre che alla colture anche alle culture, considerato poi che al nostro interno abbiamo tanti esponenti del mondo artistico. Anche se oramai i tempi per riproporre nuovamente quest’anno il teatro di balle di paglia sono ormai secondo lei troppo stretti (e mancano i permessi del Comune ecc.) comunque potremmo trovare delle modalità ingasate per dare spazio e sostentamento a queste capacità. Le idee sono diverse, come ad esempio le performance da appartamento, o spettacoli da fare ai praqnzi o alle feste del Gas e si decide che si potrebbe provare ad aprire una sorta di “ordine di uno spettacolo” dove si può sottoscrivere e dare un contributo economico per il,raggiungimento del budget necessario a fare lo spettacolo in questione e se si raggiunge la cifra lo spettacolo si fa. E’ una cosa su cui lavorare  da provare. Oltretutto questo rilancia l’idea di integrare il censimento con un foglio in cui ciascuno di noi possa indicare il suo “talento”, la sua passione o la sua disponibilità in modo che chi ha bisogno della tal professionalità o del tal aiuto possa innanzitutto “pescare” fra gli ingasati.

A questo punto, considerato che è tardissimo (non sono una gran moderatrice quindi le persone hanno aprlato a oltranza…perdono!) decidiamo di far slittare alla prossima riunione due cose importantissime: 1) esito del sondaggio naturasì; 2) referenze varie.

Arriveremo preparati…quindi partecipate numerosi e belli carichi.

Alla prossima, Alice

 

2 risposte su “RESOCONTO PLENARIA DEL 11 APRILE 2014”

grazie del resoconto! Mi dispiace di essere mancata, ma proprio non era serata 🙁

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