Categorie
Riflessioni

E ora come l’affrontiamo la droga subdola del 21^ secolo?

Non ci credevo quando il nostro inGASato Stefano me l’ha segnalata. Non ci credevo quando ho letto i pdf che aveva allegato alla mail e così sono andato e verificarlo nel sito del Ministero

Se devo dire la sincera verità, ancora non  riesco a capacitarmi del perfetto gioco di equilibrio di chi governa un aspetto così delicato come l’Istruzione e la crescita delle nuove generazioni richiamando semplicemente il “senso di responsabilità” che il Ministro stesso cita nella sua circolare sull’utilizzo dei telefoni cellulari e dispositivi elettronici in classe; specie dopo aver letto la relazione  (ho scaricato i file pdf dal sito e allegati qui perchè non vorrei mai che si perdessero…).

Leggo quanto conclude la relazione della Commissione Parlamentare ( che ha audito psicologi, neurologi, psichiatri, pedagogisti, grafologi ed esperti delle Forze dell’Ordine … in ben 11 sedute) e rimango basito. Ne avevo lette altre di relazioni di altre Commissioni Parlamentari in merito ad altri aspetti ed erano capolavori di equilibrismo e indeterminatezza ma questa l’ho trovata diretta e “cruda” … troppo cruda!
Il primo paragrafo è già eloquente:

Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscoloscheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminuzione dell’empatia. Ma a  preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di  concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica…
Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani.
Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni  chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche.

L’analogia tra cocaina apparati elettronici così brutalmente riportata mi ha fatto traballare sulla sedia …. ma poi leggo che in Corea del Sud ci sono 30 centri per curare le “patologie da web” nel 30% dei giovani del paese dichiarato “troppo dipendente”. Leggo le cure applicate in Cina e mi vergogno di cosa l’essere umano è capace di realizzare.

Tutte le ricerche internazionali citate nel corso del ciclo di audizioni giungono alla medesima conclusione: il cervello agisce come un muscolo, si sviluppa in base all’uso che se ne fa e l’uso di dispositivi digitali (social e videogiochi), così come la scrittura su tastiera elettronica invece della scrittura a mano, non sollecita il cervello. Il muscolo, dunque, si atrofizza.

Ebbene si, siamo riusciti a far atrofizzare il muscolo-cervello alla pari di un arto ingessato e inutilizzato dopo una brutta frattura. Lo smartphone visto come un’appendice del corpo da cui dipende autostima e identità favorendo il rilascio di dopamina (che da sensazione di piacere….) da, plasticamente, la percezione di che classe Dirigente ci aspetterà “domani”.

Suicidi raddoppiati tra i giovanissimi, altre forme di disagio inquietanti a dir poco, penso che dovrebbero convincere qualsiasi genitore e qualsiasi ragazzo a riprendere le redini del proprio ed altrui futuro!

Per venire alla famosa Didattica a Distanza:

più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri.

Chiaro che una commissione trae delle conclusioni che poi un legislatore (Parlamento e Governo) dovrebbe attuare … ma possiamo aspettare loro?

Tante proposte sono alla nostra portata (e qui ci metto proprio tutti: genitori, adulti, bambini, ragazzi, Professori, Educatori, ecc.).

Capolavoro il discorso  finale sulla “dittatura perfetta” di Aldous Huxley nonchè l’ultimo paragrafo:

Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti italiani. I nostri figli, i nostri nipoti. In una parola, il nostro futuro.

Ora rivogliamoci ai figli, ai ragazzi, agli amici ai Direttori Didattici, ai Consigli d’Istituto, ai Professori e facciamo insieme, ognuno la sua parte senza attendere oltre …serve tanta riabilitazione dopo una frattura ma prima e con la giusta intensità la facciamo, e prima avremo di nuovo i cervelli del futuro funzionanti!

Saluti radiosi

Una risposta su “E ora come l’affrontiamo la droga subdola del 21^ secolo?”

E’ sconcertante, sono strani ed estremi anche i termini: veramente non sembra un documento istituzionale. Prendiamolo per quello che è, sicuramente un accorato appello di una squadra di scienziati, ma non aspettiamoci una soluzione dall’alto. Siamo noi come dice Romeo a dover andare contro-corrente, contro il gregge di somari che comprano lo smartphone al figlio che fa le elementari perchè ce l’hanno tutti. E ancora siamo noi che una volta che ce l’avrà dobbiamo insegnargli a interromperne l’utilizzo ogni poco, a tenerlo off-line più spesso possibile, se devono essere reperibili a scollegare la rete dati per usarlo come un telefono normale. Noi, l’ultima generazione che ha studiato sui libri di carta e vissuto senza tutta questa tecnologia apparentemente utile ma alla fine aberrante, perchè alla fine ha atrofizzato le nostre facoltà. Io stesso con la penna, a mano, non so più scrivere, ho una grafia che non riesco a leggere nemmeno io. Mentre alle elementari scrivevo benissimo, tanto che le maestre volevano i miei quaderni per l’anno successivo. Vogliamo poi confrontare la resa nello studio davanti ad un libro di carta senza distrazioni rispetto allo studio su un PC connesso ad internet? Digitalizzazione gran cagata, altro che obiettivo primario dell’Agenda 2030, in scia alle indicazioni di quei 4 fessi criminali del World Economic Forum.

I commenti sono chiusi