Autore: Romeo G. Meldola

Vediamo se qualche gasista conosce la cosa ….

Potrei anche farmi spedire sti semi e provare a coltivarli ma poi devo essere certo di avere un buon mercato a cui ripiazzare le spugne :-)))

Naturalmente lo farei solo per spirito gasista di scambio ma … mi serve prima avere ritorni da chi l’ha provata e, magari provarla anch’io.

La Luffa (articolo tratto da camminare lento..)

Anche la spugna si può fare in casa. Quante spugne buttiamo via ogni anno per pulire piatti e per farci la doccia?

Né di origine animale, né di cellulosa, né sintetica:

anche la spugna si può fare in casa

Avete mai pensato a quante spugne usa e getta buttiamo via ogni anno per pulire piatti e per farci la doccia?

Normalmente in commercio se ne trovano di tre tipi: di origine animale, vegetale (in cellulosa) o sintetiche. Si differenziano per il diverso grado di biodegradabilità e per il tipo di fabbricazione: pesca, processo industriale, sintesi chimica. Esiste però una quarta alternativa: la spugna di luffa.

La luffa (in particolare la specie chiamata cylindrica o aegiptyca) è un vegetale simile alla zucchina, ma rampicante come le zucche, della famiglia delle cucurbitacee.

La si trova pronta all’uso in alcuni negozi del commercio equo e solidale, ma non è un frutto esotico. È possibile coltivarla anche in Italia, con molto sole possibilmente diretto e molta acqua. È una pianta annuale, la si semina a fine marzo e la si raccoglie a inizio autunno, solo quando la naturale maturazione è completa.

Il frutto maturo di luffa può essere di colore da verde a quasi nero e diventa sempre più leggero, poiché la polpa interna si modifica e diventa fibrosa e spugnosa. A completo sviluppo, la sommità si apre da sola, per fare uscire i semi. A questo punto sarà anche facile sbucciarla, come un qualunque frutto. Una volta tagliata e sbiancata al sole o in acqua la spugna è pronta.

Avrete così creato le vostre spugne, perfettamente biodegradabili, totalmente rinnovabili e non legate ad alcun processo produttivo industriale, spesso inquinante e dispendioso in termini energetici. La spugna di luffa si sciacqua facilmente, non trattiene il sapone e asciuga rapidamente. Per questo motivo non forma muffe né sviluppa batteri, è più igienica e dura alcuni mesi. La si può usare in mille modi, ma innanzitutto, data la leggera abrasività delle sue fibre, è comoda per lavare i piatti e come spugna da doccia dà un effetto peeling sulla pelle.

Forza e coraggio … fatevi avanti!!!

Saluti radiosi

Come avevo anticipato all’ultima riunione inGASata di seguito vi riporto quanto la rete Nazionale dei GAS stà tentando di portare avanti, io mi concentrerei solo sulla prima parte che riguarda la biancheria per la casa in cotone certificato biologico ed equosolidale.

…. l’ennesima ‘sfida’ che Fair sta provando ad affrontare, assieme ad amici come LiberoMondo ed Artimestieri.

E’ una proposta di cui trovate i dettagli nel file: www.faircoop.it/docs/OffertaBiologicoEquosolidaleFAIR.rtf che parla di sostenibilità nelle scelte quotidiane, quando decidiamo di acquistare prodotti per la casa, come asciugamani, lenzuola, federe, magliette e bioarredamento, o anche di dare il nostro contributo alla lotta al cambiamento climatico, riadattando la nostra casa ed abbassandone i consumi energetici grazie ad interventi di bioedilizia.

Continua a leggere “Altre idee da Fair … dopo le felpe”

Ormai il capodanno è alle porte, effettivamente è sempre all’ultimo momento che ci si riduce a pensare a cosa fare e così alla ricerca disperata di qualcosa di sobrio ma divertente ci si ferma a riflettere.

Che bello sarebbe trovare una festa con un buffet (non il cenone classico che oramai non se ne può più di mangiare…), in cui ci sia un pò di sana animazione sia per bambini che per adulti (che bello lasciarsi andare a giochi innocenti ed ormai dimenticati); in cui si possa anche ascoltare un pò di musica a volumi accettabili e chi vuole possa anche fare 4 salti ed in questo bell’ambiente salutare il nuovo anno.

Insomma qualcosa di sobrio ma nel contempo divertente sia per i single che per le coppie che per le famiglie ed i loro bambini!!!

Per me questo potrebbe essere un ottimo identikit della prossima festa di capodanno inGASata che si potrebbe organizzare per il 2008/2009.

Intanto ditemi che cosa fate voi a questo capodanno, che scelta avete fatto e che cosa vi piacerebbe … meglio partire per tempo e magari essere d’aiuto per chi deve ancora decidere (me per primo :-)))

Saluti radiosi

Va bene dai, vi faccio un regalo di Natale e come non fare un regalo che fa riflettere … 🙂

Anche quest’anno ho fatto l’olio direttamente in frantoio a Brisighella.

E’ spremuto a freddo e ricavato da olive localissime, oltre a quelle di mio fratello e suocero (circa 30 kg) anche quelle acquistate da agricoltori brisighellesi (circa 245 kg).

Vedete nelle foto i vari passaggi che passano dalla frantumazione delle olive alla spremitura ed infine alla centrifugazione dell’olio.

Per quest’anno l’olio totale ricavato è stato 32,9 kg quindi la resa definitiva è stata di circa 11.96%; una parte di olio è stata prenotata e richiesta da Maria Stella che hanno scorso lo aveva assaggiato e le era piaciuto.

La spesa per ogni kg di olio ammonta a 11,37€ (1 litro è circa 0,86 kg) e quindi si capisce che non è proprio troppo a buon mercato ma è il costo per avere tracciata in modo sicuro la filiera ed essere certi che l’olio provenga proprio dalle olive che conosco.

E’ per questa ragione che sorrido quando vedo sui supermercati le offertissime sull’olio spremuto a freddo ed extravergine non filtrato a dei prezzi che sono 1/3 di quanto ho speso io. Beato che ci crede!!!!

Il prossimo anno mi piacerebbe proporre a Sadurano la fornitura delle olive, mi ha già detto che ce le dobbiamo raccogliere; magari è la volta buona che trovo qualcuno che ha voglia di vivere l’avventura con me (prima raccoglierle poi andare al frantoio) per sentire ancora più “nostro” quest’olio.

Saluti radiosi

Ecco aperto l’ordine del pane de Forno Casamenti di via Caterina Sforza di Forlì (precedente fornitore del GAS GAS).

Nella linea biologica utilizza la farina di Conficconi (nostro fornitore di farina) quindi la materia prima è garantita.

• Tipo T1 di frumento al Kg. €. 2,50
• Tipo T1 di frumento e semi di sesamo o lino al Kg. €. 2,65
• integrale di Frumento al Kg. €. 2,38
• integrale di Frumento con semi di lino al Kg. €. 2,50
• integrale di Segale (100% Segale) al Kg. €. 2,60
• integrale di Farro (100% Farro) al Kg. €. 3,80
• integrale di Kamut (100% Kamut) al Kg. €. 3,45
• integrale d’orzo (Con pasta acida di Farro) al Kg. €. 3,45

A grande richiesta finalmente possiamo ordinare Pane salato (farina di frumento)

Le spianate sono invece queste:

• Farina di Tipo T1 di frumento al Kg. €. 5,60
• Farina di Tipo T1 di frumento con pomodori freschi ed origano (tipo focaccia pugliese) al Kg. €. 7,00

Indicate chiaramente le quantità che disiderate ricevere,la consegna viene fatta il sabato mattina direttamente a domicilio con la macchina elettrica messa a disposizione dal WWF di Forlì insieme alla cassetta di verdura di mengozzi e ai prodotti di Sadurano

I l pagamento deve essere fatto alle riunioni mensili direttamente al referente Romeo, per poter ordinare è gradita la compilazione del Censimento degli ingasati oltre essersi presentati alle riunioni mensili al centro per la pace

NB Ricordate di ricontrollare i commenti qua sotto anche nei giorni successivi aver fatto l’ordine perchè potrebbero esserci comunicazioni importanti a riguardo

Stimolato da una precedente discussione vorrei riproporre l’idea che avevo espresso in un commento e forse è passata inosservata ai più:

Ognuno di noi legge riviste, dai settimanali ai mensili per i quali si è abbonato e magari paga regolarmente; alcune possono arrivare anche per iscrizioni ad associazioni di varia natura e che spaziano su diversi fronti ma che potrebbero essere di interesse comune.

Grazie a Maria Stella che ha mandato il volantino, volevo segnalarvi un interessante fiera dell’economia solidale e sostenibile.

Ne avevo personalmente sentito parlare all’incontro del CIT di Banca Etica pertanto ho la certezza che ci sarà anche una rappresentanza della stessa; comunque Maria Stella scrive quanto sotto che mi pare che più di ogni cosa sintetizzi esattamente il significato di questa fiera:

Ciao,
sapete cosa sono i DES (Distretti di Economia Solidale)? E’ un’esperienza che si sta sviluppando in varie città italiane.
L’obiettivo è quello di creare una rete tra tutti gli attori che si occupano di economia solidale in un determianto territorio: gruppi di acquisto, bilanci di giustizia, cooperative sociali, produttori, associazioni, enti locali, etc….
Uno dei frutti dell’esistenza di un DES è l’organizzazione di un evento/mercato che promuova la presenza del DES in un certo territorio.
Così è nata “Terra futura” (Firenze) e “Fai la cosa giusta” (Milano, Trento, etc…..).
Anche i nostro vicini di Faenza ce l’hanno fatta!
Vi allego il volantino di SEMI DI FUTURO, l’evento/mercato delle esperienze di economia solidale nel faentino e non solo.
Io vorrei farci un giro, a qualcuno interessa?

Orbene io ho intenzione di andarci a fare un giro e probabilmente sarà per domenica mattina, chi altri di voi ha intenzione di andarci?

Commenti pure sotto senza paura, magari riusciamo ad abbattere le emissioni con viaggi congiunti 🙂

Saluti radiosi

Come doverosa premessa c’è che il livello del mio verbale non potrà mai uguagliare quello di Alex quindi … abbiate compassione!!!

Presenti: Paolo – Max -Roberto – Luciano – Antonella – Rocco (figlio di Antonella e Luciano) – Monica Bed – Silvia – Mauro – Rosanna – Gianluca – Paola – Roberta – Alessandro – Alice – Gessica – Caterina – Alex – Pietro – Silvia – Francesco – Chiara – Marinella – Romeo. Ognuno si è espresso su come dorme e sul fatto se russa o meno … da piegarsi in due dal ridere 🙂

Non ho mai avuto dubbi sul fatto che l’agricoltura biologica se seriamente rispettata e fatta è meglio dell’agricoltura convenzionale oltre che per l’ambiente anche per noi!!!

Blogeko mi ha dato una ulteriore conferma … grazie ragazzi!!!

Siamo sulla strada giusta, dobbiamo iniziare a spingere qualche coltivatore “convenzionale” a divenire biologico per diventare nostro fornitore … dobbiamo come sempre pensare in grande e … agire in locale 🙂

Certo che costa fatica ma stiamo dando importanti segnali, torno ad aspettare Chiara e Sara che mi portano la spesa … atterrando a terra 🙂

Saluti radiosi

Penso che una lettera come quella che la chiquita ha inviato a Jacopo Fò sia un importante segno di confronto civile anche con chi critica il suo comportamento.

Anche la risposta di Jacopo però non lascia adito a sospetti … io per sicurezza le banane proprio non le mangio e mi affido alla frutta locale che ne abbiamo tanta!!!

Se proprio non ne posso fare a meno allora mi affido alle banane di altromercato che spero essere quelle meno peggio sia sul versante dei diritti dei lavoratori che sul versante della genuinità.

Saluti radiosi