Leggo questo interessante articolo de “il Salvagente” e rifletto sul tipo di indirizzo che sta prendendo il nostro paese.
Rischiamo di diventare più “realisti del Re” con i nostri coltivatori favorendo ancora un volta i produttori esteri. Penso a Elia che mi ha portato il succo di mela della Val di Non che diversi di noi stanno “testando” e che mi spiegava che i suoi meleti sono racchiusi in una insenatura di un bosco che è suddivisa fra vari proprietari che hanno deciso di fare il bio tutti insieme svariati anni fa. Spiegava che alcuni iniziano a porre dubbi e pensare di passare all’integrato perchè il conferimento alla cooperativa non vede particolarmente riconosciuto il loro sforzo nei confronti delle maggiori produzioni di chi fa la lotta integrata (che in Val di Non è uniforme ovunque per intenderci). Se solo qualcuno lascia la certificazione bio, per quanto in discussione in Parlamento, tutti saranno bene o male costretti ad andarsene.
Io mi chiedo fino a quando potremo “guardarci” dai nostri legislatori è poi mi do anche risposte che loro stessi ci mettono nelle condizioni di darci (e visto anche quello che stanno continuando a ingegnarsi a fare … mi pare che chi legifera si voglia abbondantemente tutelare anche da eventuali moti di piazza ….).
Orbene io un trattore ce l’ho, pur senza cabina riscaldata, devo solo assicurarlo per viaggiare su strada alla sua massima velocità di 25 km/h sperando di non imbattermi in qualcuno a cui si chiuda la vena in fila … ed iniziare a girare per le strade.
Non so se riusciremo ad affrancarci da questo vortice che ci ha preso e dove tutto sembra destinarci alla perdita della nostra Sovranità e dei nostri gioielli.
Comunque la speranza è sempre l’ultima ad abbandonare il campo … e ci stringeremo sempre più attorno agli ultimi resistenti che vorranno alimentarci con i prodotti della loro terra che siano vero nutrimento e non detrimento della salute.
Saluti radiosi … il giusto!